lunedì 18 aprile 2011

Ricetta di primavera


Prendi sole caldo, cielo terso e vento leggero.

Prendi rosmarino fragrante, aglio fresco e olio lucente.

Prendi vino bianco, pomodori rossi e basilico verde.



Danza tra tavoli, tovaglie e bicchieri.

Intessi odori, sapori e temperature.



Servi su piatti bianchi, servi a visi sorridenti,

servi chiacchiere, felicità e silenzi.

Miscela tutto con lieve musica di cicale.

E lascia stemperare fino al ritmo dei grilli,

fino a che dentro l'ambra avvolgente di piccoli bicchieri,

non si specchino mille lucciole ammiccanti.


martedì 5 aprile 2011

Disertare come unico atto civile


Guardo i TG, ascolto la destra, la sinistra, il centro. Vedo la Santanché priva di idee, e provo raccapriccio davanti a De Magistris ignorante. Vedo il bel visino da cerbiatto della Carfagna ed il suo videomessaggio da Posta del Cuore, e rimango inerme davanti alla violenza verbale della Bonino. Mi ripugna l'ignoranza di toni, concetti e ideali di molti esponenti leghisti, e mi orripila la vuota retorica demagogica di molti mebri di questa sfasciata sinistra. Rimango basito davanti a Paiella che nella sua imitazione è credibile quanto il Di Pietro originale, sconvolto nel vedere l'oscenità estetica e morale di Ghedini, stralunato nell'udire dichiarazioni di Buttiglione che forse pure Ratzinger riuscirebbe a trovare retrograde.



E si può andare avanti all'infinito. Perché il trend è discendente su questa stessa costante e immodificabile linea: il governo ogni settimana sdogana un grado in più di immoralità, e ogni settimana l'opposizione dimostra un grado in più di inconsistenza.



In tutta onestà credo che l'unica strada, giunti a questo punto, sia quella che l'Italia rappresenti se stessa attraverso ogni suo singolo cittadino, poiché i rappresentanti eletti stanno giocando partite che sono avulse dal popolo e dal concetto di democrazia. E l'unica partita che un popolo può giocare scendendo in campo, è la rivoluzione. Ma poiché abbiamo case e stipendi, cibo e acqua, non scenderemo mai nelle piazze di Roma e di ogni altra città per sovvertire attivamente l'ordine costituito.



E nemmeno lo vorrei. Nemmeno me la auguro, una vera rivolta.

Ciò che auspico, che vorrei avere la voglia e la forza di proporre davvero, è una ribellione passiva, e come tale tanto dirompente - in quanto ribellione - quanto facile da attuare - in quanto passiva: non votare.



Non andare più a votare, per referendum, politiche o amministrative che siano. Disertiamo i seggi. Disertiamo i seggi! Quanti di noi dicono ormai "io non so per chi votare, io non vorrei votare nessuno ma devo scegliere il male minore, io non vorrei votare quello là ma quello là è l'unico che si oppone a quell'altro là...". In quanti facciamo questi ragionamenti?



E' possibile che un paese sia costretto a setacciare i rifiuti del cassonetto per trovare una classe politica dirigente che, lungi dal soddisfarci, ci dia quantoeno una minima speranza di non farci rimettere di stomaco?



Nè Berlusconi né Bersani, né Bossi né Maroni, né Franceschini nè Bindi. Non ci rappresentano né Grillo né Vendola, nè Di Pietro né Casini, De Michelis, Craxi, Buttiglione o D'alema, e tantomeno la Bonino, Pannella, Bocchino, Fini, Storace o de Magistris.



Nessuno, nessuno, nessuno.



DISERTIAMO I SEGGI.

DIAMO IN MASSA UN SEGNALE DAVVERO FORTE, DIROMPENTE.

DISERTIAMO I SEGGI.



Ci diranno che così non si giunge a nulla?

Io chiedo: e invece votando comici o mafiosi, ignoranti o trufffatori, voltagabbana o fascisti, razzisti o demagoghi dell'integrazione sine limite, dove pensiamo di giungere?

 



DISERTIAMO I SEGGI !!!