Ogni blog, vedo, deve dedicarsi almeno semel in semana al solito pippone psico-socio-demagogico. Dlin dlin, mercoledì 9 luglio 2008 10:50 p.m.:
i t ' s p i p p o n e t i m e !
Preliminari:
Un'amica ha a che fare con simpatici bambinetti di 6-7 anni e ne raccontava incredibili e strabilianti aneddoti. Del tipo:
BimboA: "tua mamma fa i pompini"
BimboB: "maestra BimboA mi dice che la mamma fa i pompini...!"
o anche
Maestra: "BimboA, BimboB, cosa diavolo fate tu seduto in cattedra e lui inginocchiato sotto la cattedra?"
I bambinetti savano semplicemente scoprendo il sesso orale.
Un'altra amica, professoressa in un istituto tecnico ormai da 20 anni, dice che ogni anno gli allievi sono sempre più immaturi come individui. Ragazzi di 1^ e 2^ superiore accompagnati ogni giorno dalla mamma, o che vanno dalla prof il primo giorno di scuola a mostrare il diario e chiedere se va bene, se va bene il quaderno a righe, etc... Ragazzi incapaci anche solo di ipotizzare approcci con le ragazze o di vivere solarmente gli stimoli dell'adolescenza.
Io so che quelli della mia generazione ('73) a 7 anni non sapevano cosa fosse un pompino. A 9 anni ebbi la mia prima storiella con Sara, in campeggio estivo, tra spedizioni a raccogliere girini, osservazione affascinata dei cervi volanti appostati tra le foglie di quercia, palpeggiamenti di seni appena accennati, eccitazione incomprensibile ma non per questo meno bruciante, e idee ancora non chiare su "come si facessero i bambini" (fu la prima autodimostrazione di come l'uomo sia dominato dalle gonadi: ero oggettivamente convinto che l'atto generatore di vita passasse attraverso il bacio, eppure passavo ore a sbaciucchiare e salivare con Sara senza mai ventilare l'ipotesi che a quel punto avrei dovuto fronteggiare la paternità...).
Caldamente in medias res:
Ora, questa era l'intro, quanto segue è la pipponesca e marzulliana domanda ad alta valenza demagogica:
cosa sta accadendo alla società?
Tutto è troppo facile. Facilmente raggiungibile, facilmente ottenibile, facilmente consumabile. Parental Control una gran ceppa, i bambini a 6-7 anni sanno già che si può stare con la testa tra le gambe di qualcuno a far cose chiamate pompini: l'hanno visto sul web da ogni angolazione, quando io e i miei amici a 12 anni impiegavamo un pomeriggio per decidere chi si esponesse all'adrenalinica vergogna di andare a comprare Blitz o Gin-Fizz. Però io è da quando avevo 6 anni che passavo le estati in cortile, con maschi e femmine, a provare per gioco quelle logiche che poi avrebbero formato sessualità e capacità di inter-relazione. Tra litigi e guerre, infatuazioni espresse attraverso botte e pugni che miravano in fondo al contatto, bande ed esperimenti, delusioni ed esaltazioni, imparavamo a limitare la nostra area di influenza, a capire quale il diametro personale entro il quale non ammettere invasioni ed entro il quale non portare invasioni.
Alla Coop non mi sarei mai sognato di correre e urlare tra le corsie rovesciando quel che mi capitava a tiro. Non so cosa avrebbe fatto mio padre, proprio no lo so: non era possibile semplicemente perché da sempre mi bastava il suo sguardo e le parole "questo è il primo e ultimo avvertimento, la prossima volta ti arriva". E le poche volte che avevo sfidato la sorte era arrivata, ed era bruciante sul viso.
Quando il maestro delle elementari ci prendeva a schiaffi, tanti e troppi e con scene davvero vituperevoli, facevamo quadrato, e in 3 anni finimmo noi per affrontarlo e rimetterlo parzialmente al suo posto. Mica era giusto che facesse così (ma è giusto che una sberla ogni tanto venga allungata, secondo me), ma quella prova ci fece crescere, capire cosa sia la forza di una volontà di gruppo, condivisa ed espressa.
Quando dovetti fare la ricerca sulla Finlandia non aprii il PC né mi collegai al web per scaricare, copiare, incollare e stampare le prime cose trovate su Wikipedia: scrissi una lettera al consolato finlandese, chiesi materiale, e dopo un paio di settimane arrivò una busta piena di opuscoli, depliant e libercoli che mi parve una magia, che odorava di Finlandia, che mi faceva sentire come avessi messo un piede nella terra dei laghi, nell'odore di Kalakukko (il piatto delle K, pesce ripieno di pesce, e diavolo quanto ci entrano dentro queste conquiste cercate, volute, attese, faticate...).
Ora cosa si sta creando come base per la futura società? Una base dove a 6 anni i bambini sperimentano l'un l'altro i pompini ma poi a 20 non hanno idea di come approcciare una ragazza e l'esempio più vicino che hanno è di come la si scopa o si accoltella? Una base che insegna a bambini e ragazzini che possono essere carinamente deresponsabilizzati fino al limite che se rincorrendosi (per accoltellarsi o succhiarsi?) s'inciampano, cadono e sbucciano un ginocchio, del male si può incolpare la maestra e farle passare guai fino alla denuncia?
Mi dispiace, ma questi che si sta creando sono mostri. Già noi, io, risentiamo dell'annacquamento di quelle spinte interiori ed esterne che, attraverso '68 e '77 e vicinanza alla Guerra, erano vive nei nostri genitori. Ma ad ogni generazione la consapevolezza di se stessi, degli altri, e delle dinamiche che legano noi al resto del mondo si sta svilendo, confondendo, minata da idee teoricamente progressiste che sono retrograde come ogni tipo di machismo intellettuale che persegua una moda anziché un fine reale.
Tutto è troppo disponibile e facilmente raggiungibile, soprattutto perché non viene fornito alcuno strumento di critica. E si finisce con l'avere infanti scriteriati armati di bombe a mano. Tutto questo, a me, fa paura. Ma non credo che qualcuno tra di voi sia arrivato anche solo a metà di quanto ho scritto. E visto che probabilmente, se proprio siete accorti, siete saltati dalle prime due righe a queste due righe finali, ecco la conclusione attesa...
Concludendo:
e vissero tutti felici e contenti.