martedì 30 settembre 2008

Nati per soffrire

Soffrendo diamo il meglio, quanto a espressività ed emotività. Ancora una volta ci ragiono leggendo blog qui limitrofi e verificando come i post più belli, duri, filanti siano spesso quelli più acidi, incazzati, nevrotici e angosciati. Quanti pittori erano sereni, felici ed quilibrati? Quanti poeti, scrittori, cantautori? Il dolore ha bisogno di sfogo, la gioia basta a se stessa: sarà questo? Non lo so, ma forse è per questo che ho un'ammirazione enorme per chi scrive spremendosi la gioia in parole e riuscendo a trasmetterla, a colarmela dentro per osmosi, infiltrazione, irraggiamento.


Ci ragiono spesso, sì, ma ho appena sentito un tintinnìo strano, ho cercato dove fosse la moneta caduta dalla tasca, e verificato che è invece un pezzo della sedia. Inoltre ho fame, ed è tardi e sono ancora in ufficio. Checcazzo ci faccio qui?? Dunque vado, prima di rovinare al suolo o morire di stenti, inedia, consunzione (bohèmien abbestia sarebbe, però!)

Perla nera

Perla nera è una via di arrampicata sportiva ad Arco, bella da fare in questa stagione, salire per 120 metri, arrampicare sulla roccia grigia compatta, il sole sulle spalle, sotto i piedi i boschi ormai rossi, nuvolette bianche di magnesite via dalle mani, il sole morbido e limpido come sa essere in autunno.


Perle nere sono due acini di uva fragola dentro un vino frizzante, magari un Franciacorta: le bollicine avvolgono le perle nere tempestandole di microperle bianche, sollevano gli acini in superficie, che lì ruotano e si ribaltano e tornano ad affondare, mentre questo moto perpetuo fonde la pungenza dolce dell'uva fragola con i lieviti tiepidi del vino.


Belle le perle.

Il bicchiere...?

290908 - HalfE' mezzo vuoto o mezzo pieno? dico.

E qui la tempesta arriva o se ne va?

E tutti i mali vengono per nuocere oppure no?


Ho una cura semplice e veloce per chi proprio ha necessità di sentirsi valutato, apprezzato, desiderato: cambiate provider di telefonia mobile. Non è una bufala, me l'ha detto una blatta esperta:


tu sei di Tim e chiedi la portabilità a Vodafone, che ti blandisce con belle offerte perché molli la vecchia moglie per lei, la fresca amante. Allora Tim ti chiama, fa l'offesa e la moglie tradita ma colpevole, e ti blandisce con offertone perché tu torni all'ovile. Dici di sì e allora è l'amante Vodafone che ti richiama e ti dice languida e languente "ma come non hai detto che lasciavi tua moglie Tim per me?", e per riconquistarti ti fa offertissime spaziali. E via così. All'infinito? Non so. In effetti non ho ancora sperimentato; penso che mi terrò il giochino per il periodo natalizio quando siamo tutti più depressi una volta superati i 15 anni (però non contte su di me, io conto di passarmelo proprio bene, il Natale). Però mi chiedo se sia all'infinito: cioè dopo un po' arrivano loro a pagarmi per ogni telefonata fatta, se solo scelgo la loro compagnia? Compagnia. Mai termine più appropriato, per 'ste zoccole di aziende vampiresche...


Comunque mi son lasciato portar via, che quello che volevo dire è: mi piace un sacco questa foto di domenica mattina.

lunedì 29 settembre 2008

La Frase del Giorno

Anche io ho per chi mi legge una frase del giorno, visto che ultimamente (e soprattutto il lunedì) sono bersagliato da queste pillole di saggezza rivestite in saccarosio purissimo e dal contenuto mollemente sciropposo ed inutile, ancorché semi-gradevole al gusto. Ecco, la mia frase del giorno è:


fanculo a tutte le frasi del giorno di questo mondo,

e fanculo  per oggi, per ogni lunedì, e per sempre!


Poi però mi sovviene pure un pensiero sul quale mi son soffermato oggi nella terza tappa della via Crucis et cessorum cui mi son dedicato vista la spinta del freschetto al pancino preso stamattina. Pensiero peraltro suggerito dentro le mie vacue meningi da quanto letto su un altro blog. Laddove non sia necessario - al fine di tentare il salvataggio di qualcosa di importante tipo un rapporto, un affetto, una bella abitudine, etc - perché viene dato un valore assoluto ed incontestabile alla capacità dell'individuo di tuffarsi, immergersi e precipitare fin sul fondo dei laghetti di merda che la vita alimenta tutto intorno a noi? Allora la mia frase del giorno (toh!) è questa:


se all'aspetto sembra proprio merda,

e pure all'olfatto pare davvero merda,

e la consistenza è quella della merda

considera che forse è davvero merda!

Allora evitala se puoi, o escine il prima possibile se ci sei,

che quello che ti puoi aspettare già lo sai, e non è granché.

venerdì 26 settembre 2008

In cucina anni fa

Si compiva ogni anno una magia profumata che era la porta sulle luci del Natale. Mia nonna preparava la tavola col tagliere e la farina, disponeva gli ingredienti in sacchettini e cartine, ciotole e brocchette, poi iniziava con la farina, il cacao in polvere, il fondente a quadratoni enormi frantumato in schegge, la mostarda bolognese ed i canditi di cedro tagliati anche quelli in schegge. Poi impastava, con l'energia e la concentrazione di un altro tempo, e la pasta si iscuriva e prendeva forma, e lei la lavorava, e poi veniva il momento in cui aggiungere le spezie che per una notte avevano marinato nell'acqua e con l'ammoniaca fino a diventare un brodetto torbido, scuro, pungente al naso, con l'aroma del Natale che si alzava caldo e greve. Poi faceva le forme, una dozzina di tondi, un buco al centro, ed io iniziavo ad affettare i canditi: le perine bianche e quelle rosse, un po' granulose da fare in 4; il cedro verde come metà di questo blog, quasi trasparente dentro; i piccoli mandarini duri fuori e acquosi dentro e arancioni intenso come l'altra metà di questo blog; i fichi verde trasparente, duri fuori e intarsiati di venature; le ciliegine come miriadi di perle, rosse o verdi, scegli tu cosa mettere, rubini o smeraldi. Decoravo e disegnavo geometrie, fiori, esplosizoni e fuochi d'artificio. Guarnivo con le mandorle, tostate nella padella fino a che non iniziavano ad imbrunire, l'odore erbaceo ed amaro del cianuro che si levava nell'aria come il filo legnoso di una treccia tutta rossa, morbida, tiepida e brunita.


Poi nel forno dove la magia durava 22 o 23 minuti, fino a che i certosini non uscivano duri ed opachi, fragranti e quasi vivi, ed io li guardavo con un po' di malinconia perché sarebbero stati accantonati per un mese, ad indurirsi e stagionarsi, sul vecchio tavolo da disegno inclinato dove mio nonno aveva progettato palazzi e disegnato quadri e ora c'era carta antica e odore di grafite e gomma da cancellare. Un mese dopo li prendevamo e riportavamo in cucina, il miele si scioglieva in un padellino ed io spennellavo i dolci, duri e profumatissimi, fino a farli lucidi e luccicanti.


La Vigilia, davanti al camino, dopo aver mangiato spaghettini al ristretto di tonno e cipolline dolci, dopo aver mangiato anguilla al sugo con cardi, dopo aver messo in fila gli spicchi delle clementine ed i chicchi dell'uva, davanti al camino mio padre metteva su l'Inno alla Gioia, prendeva il certosino più bello, e lo tagliava. "Ah, quest'anno è venuto proprio bene". Ed io vorticavo dentro un vortice di luci, gioia, odori e colori.


Ho voglia di scivolare, lentamente, attraverso questo autunno che inizia, verso il Natale.

P.S.

C'è qualche motivo genetico per il quale le donne sono in media convinte che una rotatoria vada percorsa secondo l'arco più diritto e breve possibile?

Mi piaccio non mi piaccio mi spiaccico e appiccico

Mi piaccio perché...

...perché oggi ho pantaloni bianchi e un pullover a V blu elettrico, e sto proprio bene; perché distinguo il malva dal pervinca ed il beije dal tortora; perché mi muovo agile e ballo bene; perché ho una sensibilità estetica non comune; perché spesso mi scambiano per finocchio e mi piace mettere a disagio un imbecille; perché ho entusiasmo (per le cose che mi entusiasmano...); perché mi piace fare regali e non mi interessa che siano ricambiati; perché imparo in fretta (ciò che mi interessa) e ho buona memoria; perché so scrivere bene quando sono ispirato; perché sperimento cose nuove e sono monotematico solo per brevi tratti; perché ascolto chi mi interessa e bendispone; perché so cambiare idea se l'alternativa è valida (e mi viene proposta in bel modo e da una bella persona); perché non sono vendicativo se non nel primo impeto di rabbia bollente.


Non mi piaccio perchè...

...perché ho le mani bucate, soprattutto in svaghi eno-gastronomici, vestiti, e viaggi (e le due moto non le contiamo?); perché la cura del particolare mi rende spesso lento e mi confonde le priorità; perché ho scarsissima forza di volontà nei doveri; perché sono iracondo ed irritabile; perché sono incostante nelle passioni e negli interessi; perché se una cosa mi scazza divento stolido e impermeabile a qualsiasi processo cognitivo; perché non so lasciar passare un giorno senza scrivere sul blog anche quando non ho un cazzo da dire, come ora; perché soffro di pregiudizi soprattutto esteriori, e se ti presenti con tuta in triacetato e marsupio in vita al centro commerciale alle 15 di sabato pomeriggio, io non vorrò mai fare la tua conoscenza; perché sto abbandonando ma non quanto vorrei la necessità di vedermi eroico ed eroicamente ammirato e valutato dagli altri.


Mi spiaccico...

...in moto una volta sola (e spero fosse l'ultima); arrampicando un certo numero ma sempre senza alcuna conseguenza (più che spiaccicarmi, quindi, cado); per le scale ricordo la V ginnasio ed una rampa fatta a rotoli e balzi e vergogna da scatto a molla alla fine; in macchina un paio di volte e solo microtamponamenti (mi tocco per scaramanzia); contro un palo a piedi una sola volta, parlando mentre camminavo, e fa un male cane.


Appicico...

...la cartina intorno al tabacco, ben stretta sul filtro, rincalzo l'eccesso di Golden Virginia dalla punta, preparo l'accendino, e me ne vado a fumare, mentre con l'ultimo post della settimana - forse - saluto tutti per il weekend*.


* Weekend che auguro bello e sereno a tutti. All'anonimo che mi accredita melensaggine e velleità papali, invece, auguro un weekend dolcissimo fatto di caldi abbracci e tanti dolci baci sugli occhi, un weekend di amore e felicità, che possa camminare per spazi vasti dove la calma e la quiete del suo cuore si libri nel cielo terso com euna colomba. E che un cacciatore la impallini!

giovedì 25 settembre 2008

Scottante rivelazione

Puoi anche avere un uccello enorme,

ma questo non implica che tu abbia anche due grossi coglioni.

Mangiando rape

250908 - Green splash250908 - Orange splash 


 

 if it makes you happy,

it can't be that bad

 


Bella canzone (e stra-gnocca Sheryl Crow) che ascoltavo al centro commerciale mentre osservavo il succo delle rape sul fondo del piatto (qui virato nei colori sociali del MuloSovieticoConCetriolo).

   

     




  • a patto che si parli di scelte e comportamenti e non di oppiacei o omicidi.



  • a patto che si sappia distinguere l'essere felici dall'essere distratti, o compensati, o assuefatti, o vendicati.



  • a patto che non si finisca poi col far del male a qualcuno...



...se ti fa felice,  non può poi essere così male...

Incorporami 'sto video

Bisogna prendere guano di pipistrello e zolfo, mantecarli in un mortaio con un pestello di onice... No, ops, questo credo sia per la palla di fuoco. Sorry. Allora vediamo:



  • andare su youtube;

  • cercare e trovare il video interessato;

  • cliccarlo ben forte che si spatacchi in esecuzione.


A 'sto punto sulla destra c'è un bel riquadrone che dice chi ha caricato il video - e non ce ne può fregare di meno - e, più sotto, due campi molto interessanti:



  • URL: che serve per appiccicare, tipo ad un post su splinder, il link al video;

  • Codice da incorporare: che serve per inglobare il video, tipo dentro un post di splinder.


Ma di più, affianco a questo secondo campo c'è un pulsantino a ruota dentata che apre ulteriori opzioni. Qui conviene selezionare l'opzione non includere video correlati e, più sotto, barrare la casella mostra bordo, quindi selezionare una combinazione di colori. Io nel post con Bruce ho fatto proprio così selezionando la combinazione arancione. A questo punto:



  • spostarsi nel campo Codice da incorporare e selezionarne tutto il contenuto;

  • copiare il contenuto (tipo con CTRL + c);

  • tornare su splinder nella finestra dove si sta scrivendo il post.


La cosa più veloce, qui, è cliccare il pulsante Codice in alto a sinistra, che ci mostra il codice html derivante dal post che stiamo scrivendo. Posizionarsi* dove si intende inserire il video e copiarci il codice preso dal campo di Youtube. Tornare a cliccare su Codice per passare all'editing normale del post e vedere il risultato. Fatto.


*se il video non è all'inizio o alla fine del post, e non si cipolla bene l'html, la cosa più semplice è scrivere un paragrafo "segnaposto" dove si vuol mettere il video. Tipo scrivere il testo del post fin dove si vuole piazzar eil video, battere INVIO per andare a capo, scrivere qualcosa di casuale e riconoscibile tipo una riga di x, e poi di nuovo invio. Poi riprendere con il testo del post che segue il video.


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx


Tipo così, come qui sopra. Se si va nel Codice, la riga qui sopra apparirà così:


<p>xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx</p> 


Cancellare questa riga, dal primo carattere "<" all'ultimo ">" e dove c'era la riga incollare il codice copiato da youtube.

Fatto. Ciao!

mercoledì 24 settembre 2008

Dipanando Babele

Come comporre un puzzle, ogni tessera che incastri un mattoncino sottratto a Babele: prima parole casuali, poi verbi infiniti e poi distingui le coniugazioni; ci si attaccano i soggetti e vengono gli oggetti. Poi le preposizioni, e immagini tutti i predicati ancora mancanti. Frasi intere si snocciolano agili e inattese, tutto inizia a rotolare e acquista inerzia: i suoni diventano familiari, il ritmo si impone e lo segui con fatica sempre minore, fino a che non diviene naturale. L'armonia delle costruzioni, i concetti alti ed aleatori, il vocabolario che si espande... Vorrei parlare tutte le lingue del mondo, penso, mentre ascolto Camille che canta:


Est-il bien necessaire

de me dire vous plutot que tu

...

La-bas en Angleterre

ils se disent tous you

c'est plus clair

de Toto, Tony Blair, à Lizarazou


Perché le persone, i posti ed i luoghi li cogli dove stanno, dove vivono, respirando la loro aria, vedendo i loro paesaggi e panorami, parlandogli nella loro lingua e mangiando il loro cibo. Allora comunichi e capisci. Ecco perché mi son sempre state sulle palle le vacanze in camper o roulotte: perché ti porti dietro casa, e come il paguro sarai pure ben rassicurato, ma sperimenti proprio poco oltre a cartoline di bei posti.

Colazione

Mangio una pasta che pare una merda di campo con al centro una solfatara gocciolante zucchero liquido. Il succo d'albicocca mi punge le narici, il caffé ha il solito aroma nervoso e denso che si alza dalla tazzina mentre io ce lo ruoto pigramente. Fa freddo e il cielo è limpido, in azzurro e giallo. Finisco il caffé, poi accendo una sigaretta nella veranda del bar. Una bancaria esce, accende la sigaretta, confessa alla collega che la mannaia sulla sua serenità è venuta col giorno della laurea. L'altra fa segno di sì, si stringe nella giacca, e dice che questo freddo è inopportuno, e che non si capisce più niente, ora, del tempo e delle stagioni. La prima scuote la testa, tira una boccata di fumo, e non è poi che prima della laurea fosse tutto rose e fiori, che vivere col padre era un inferno. La seconda sospira, si aggiusta la sciarpa, e un tempo l'autunno era una stagione tiepida e lei andava anche al mare. Passa una terza collega, 30 anni e un corpo da urlo. Si salutano con sorrisi titanici. La fotomodella entra e scompare alla vista. Le due si guardano, stupite si vedono per la prima volta.


"Un figlio e guarda com'è magra, come fa?"

"Con tutta la maternità che si è fatta..."

"Già, e secondo me sta pensando a farne un altro"

"Ah vedrai, non ha un pensiero quella, col marito che si ritrova."

"Vediamo tra vent'anni, vediamo"

"Ah sicura, vediamo poi come sarà alla nostra età..."


Finisco la sigaretta, mi metto in macchina, Camille dice sempre più incazzata che non trova un posto del cazzo in cui gridare. Poi, però, grida. Finalmente.

Cena col re

240908 - CapeCodSon stato a cena dentro un libro di S. King quando il re parla della costa atlantica del nord degli Stati Uniti. C'era l'edificio tutto in legno bianco, grandi assi, enormi e larghe, dentro e fuori. Luci soffuse e musica ben diffusa, una piscina come uno zaffiro spaccato, tagliato, fresato, immobile ed illuminato. Sera fresca anzi fredda, bei bicchieri e pochi frequentatori. Un disarmo di classe, un abbandono tiepido. Mi sembrava di essere in un film di Woody Allen, in un libro di Stephen King, in una canzone di Springsteen. Edificio puro stile Cape Cod di quelli del New england. Mancava un luna-park dismesso sullo sfondo e nell'aria il sentore di una magia che si sta per svelare, come fosse il Talismano (bel romanzo). Di solito nei film qui si mangia aragosta e granchi e senti la salsedine gelida del nord. Io ho mangiato spaghetti alla chitarra con gamberi, asparagi e germogli di ravanello. Poi rombo con croccante di cioccolato su biscotti di sesamo, parfait di te verde con croccante di cacao. Nel film avrei bevuto birra, o champagne, o uno chardonnay californiano. Due ore fa ho bevuto un Franciacorta Blanc de Blancs di Cavalleri. Lieviti, crosta di pane, e sulla lingua agrumi ben diffusi e arrotondati da fiori e frutti chiari. Le bollicine stuzzicano l'appetito, aprire di nuovo la carta dei vini è un regalo, Ipso è un Pinot Grigio friulano del 2003 che sa di calcare, di carso, di noce moscata e di frutti dolci dall'anima speziata. Chiacchiere, brindisi, risate, alcol. Non ero mai stato in un edificio in stile Cape Cod. Ho voglia di leggere il talismano un'altra volta. Finisco la sigaretta, vado, ciao.

martedì 23 settembre 2008

Extra...

Sul blog non volevo pubblicare né foto, né video, né testi altrui.

Però mi è venuta voglia di ascoltare questa, ed è talmente bella...



... I'll love you with all the madness in my soul...

A valore aggiunto...

230908 - Ossidiana230908 - Rocha230908 - Mantide


Valore aggiunto spesso significa un'inculata. Tipo che tu dai al cliente un prodotto finito a metà, a prezzo doppio, carichi il cliente del compito di farsi da sé la metà mancante, di dirti come l'ha fatta e poi cedertela perché tu la rivenda. Ecco, questa è una fornitura con un importante valore aggiunto. Lo si giustifica di solito parlando di partnership, knowledge, cooperation, "servizi non prodotti", coinvolgimento, etc.


Ecco, questo è un post ad altissimo valore aggiunto. Io ce ne metto metà, le foto fatte nel weekend che ritraggono uno scarabeo di ossidiana che invece era vivo, un pezzetto di roccia che pare un deserto alieno di massi di zolfo, e l'alieno stesso che zompetta via dal deserto con la sua andatura elasticamente letale. Chi vuole ci metta il resto. A me non va.

Kaloskaiagathos


  • step 1: impedisco i commenti anonimi.

  • step 2: rendo il blog privato.


Ecco, sì, potrei farlo. Ma anche no. Ed il divertimento poi, dove finirebbe?


Che da un paio di giorni qualche lettore si prende la briga di carezzare le sue pallette burrose facendo il logoff, scrivendo commenti irritati dalla mia presunta bontà e melensaggine, e facendo poi di nuovo il logon (immagino, che secondo me è uno/a di Splinder) per ripescare la propria identità di blogger.


Io sono bravo, e sono buono, e c'è tanta bellezza a questo mondo.

Ma i tremebondi, sudaticci, frustrati vigliacchetti che si nascondono dietro l'anonimato, li prenderei a calci nei coglioni. Ovviamente, sempre sorridendo... ;)

lunedì 22 settembre 2008

Strani percorsi

Scopro cipollando il counter (il pulsantino lì in basso a sinistra, dico) che gente è finita qui cercando:



  • "cetriolo sol verde"

    forse è un tipo specifico di cetriolo? Non lo so, ma qui di informazioni sui cetrioli non ce ne sono proprio, mi dispiace.

  • "il mulo che fa sesso"

    nel senso di un mulo specifico o di un mulo generico? In ogni caso lo considero benaugurante

  • "sesso con mulo"

    idem come sopra, ma mi stimola un po' di disagio in più...

  • "cetriolo godi"

    ecco qui non capisco: è il cetriolo che deve godere? Si deve godere con il cetriolo? E se sì... bè, vabbè...

  • "ragazza mostra pudenda"

    non capisco perché siano poi finiti qui né perché uno che voglia vedere una ragazza discinta cerchi una frase così desueta. Un viaggiatore temporale che usa il web nel 1870?

  • "lesbiche in sauna"

    idem come sopra... e che ci son finiti a fare qui? Ma poi cos'è, perché proprio in sauna??

  • "menage a trois racconti"

    e vabbè, un post si intitiola così sì, ma mi dispiace deludere, che il menage a tre di cui parlo è una versione molto... come dire... autoconsapevole.

  • "un bel cetriolo nel culo"

    mitico, vorrei davvero sapere chi ha cercato questo. Lo vorrei sapere tanto, anche se non quanto vorrei scoprire chi...

  • "figa con cetrioli foto gratis"

    ...ha cercato questa! Ma poi mi chiedo, il gratis cos'è, il cetriolo, la figa, la foto o l'insieme? Contando che la ricerca è avvenuta questa mattina verso le 9 e mezza da un host bancario, diciamo che forse non c'erano molti clienti allo sportello. E allora via che si inizia bene la settimana!


Tutto questo mentre nel contempo ravanavo alla ricerca di foto di palle per comporre un post su chi ha i coglioni così mollemente burrosi da fare il logoff prima di scrivere un commento innervosito. Pirlaaaa!!!! ;)


P.S.: un altro blog - che leggevo saltuariamente quando proprio mi volevo far salire un po' d'irritazione - è divenuto privato. Non so perché visto che non sono stato invitato a partecipare. Però tra i pochi utenti "amici" che ho qui, già 6 hanno chiuso il blog. Quasi sempre a causa di eccessive molestie da parte di altri utenti, o perché non volevano essere spiati da occhi inopportuni.  Mi fa riflettere la cosa, ma non ho mezza idea di su cosa riflettere e quali conclusioni trarre. Mah!

venerdì 19 settembre 2008

Se...

Se andate in montagna vi auguro di trovare l'aria sottile ed i colori che iniziano a ripiegarsi caldi verso l'autunno; odori diffusi di legna che brucia e di erba che inizia a fermentare, dei primi venti freddi che scendono dalle cime e soffiano da nord-ovest, delle viti che maturano colorando i grappoli.


Se andate al mare vi auguro di trovarlo luminoso e silenzioso come in questa stagione inizia ad essere, di godere di scogli ruvidi sotto i piedi o sabbia soffice nella quale camminare, di ombre nette sul bagnasciuga e aromi di pesce fritto, slendidamente intrecciato con aglio sminuzzato e mescolato con prezzemolo e Pinot bianco.


Se andate a passeggiare in collina vi auguro sentieri stretti e ben tracciati che si snodano tra colline morbide di erba su cui iniziano a posarsi larghe foglie dorate; vi auguro di scorgere scorci di blu intenso attraverso i rami che cominciano a spogliarsi e la massa di foglie che si colora di ori, rossi, e arancioni.


Se rimanete in città, godete del tepore dei primi abiti autunnali, ricordando di vestirvi a cipolla che domani a pranzo avremo l'estate, e domani sera saremo tuffati quasi in ottobre. Palazzi colti dal sole nel disegnare linee rosse di bella pietra solida e antica, aperitivi sorridendo e chiacchierando con gli amici, e magari cene orientali tra la pungenza del cumino e la sottigliezza dell'aneto.


Se vi va, vi auguro di incontrare amici, di stringere chi amate, di fare l'amore guardandovi negli occhi o di lasciarvi conquistare dal desiderio sudando e gemendo per poi coprirvi e riposare, che il fresco solleva in increspaure la pelle, ora. Avrete libri da leggere che vi porteranno lontani, e se non li avete comprate American Gods di Neil Gaiman, o la Gang del Pensiero di Tibor Fischer, o Topolino o anche un bel librone di Truman Capote tutto spari e frasi cazzute.


E se vi mettete in macchina, che abbiate tantissima strada sgombra sotto le ruote, ed un orizzonte infinito davanti agli occhi. Tuffatevi sorridendo. E godete leggeri. Ve lo auguro e spero voi lo auguriate a me e ad ogni altro. Ciao.

Piccante...

190908 - TohDomande:


C'è più omosessualità nelle donne o negli uomini?

C'è più omofobia nelle donne o negli uomini?

L'Onanista Azzannato ha appena avuto un orgasmo, sarà stato soddisfaciente (no, non scherzo vomito a spruzzo)?

Gli uomini che si sgrattano le palle hanno le piattole?

Se sì, dove le hanno contratte e perché non se le curano?

Se no, perché si sgrattano le palle in continuazione?


Risposte:


non so;

negli uomini;

non so temo di sì;

non credo;

n/a;

non so.                                                   

Obbbbrobbbbrio

Obrobrio ed indignazione all'elezione delle nuove veline di Striscia. Fa scalpore che manco abbiano idea di cosa furono le Crociate. Eh, e dunque? Nel senso: sono fighe e sanno sculettare? Allora hanno quel che serve a ricoprire il ruolo. Sono ignoranti, e allora? Intanto è di grande comodità avere simili parafulmini di crassa ignoranza così che noi si possa risaltare fulgidi esempi di dotta cultura; e poi, dico, fa più danni una velina intelligente come un sardone (pesce che sovente affoga...) oppure:



  • un industrialotto da piano bar che guida un governo?

  • un comico istrionico scambiato per il messia della denuncia socio-politica?

  • un petroliere imbecille a capo degli Stati Uniti?

  • un qualsiasi giornalista che non coniuga un verbo al modo giusto?

  • un qualsiasi politico che non ricorda una mazza di storia?

giovedì 18 settembre 2008

L'albero di Natale

180908 - Pianta180908 - HabaneroHabanero rosso, peperoncino messicano, pianta sul davanzale del collega amante del peperoncino.


Dico, non è una meraviglia? Se parlasse canterebbe un'allegra musichetta messicana e si muoverebbe a tempo tutta allegra e spigliata. Mi fa felicità, mi dà gioia, la trovo proprio bella bella bella.


Devo popolare casa mia di peperoncini di ogni tipo, che mi ricordino il Messico verde di giungla, rosso di deserto, e blu di oceano; che mi ricordino l'India turbinante di odori, colori, puzze ed aromi; che mi portino l'estremo oriente tra cieli bianchi e fiumi scuri, tramonti densi di rosso e aromi sconosciuti; che mi restituiscano alle spiagge del Gargano, ai banchi di ortaggi variopinti, e all'aroma di prezzemolo ed aglio di un buon dentice grigliato. Carrràmbaaaa!!!

Bestiario: updating snapshot

Mi aggiro per gli uffici santiando per il male al polso che mi impedisce di arrampicare e arrotolando tabacco. Non sono pronto a iniziare gli impegni del pomeriggio ma ho già chiuso quelli del mattino. Quindi mi godo lo snapshot (istantanea, ma così fa figo) sulle gabbie.



  • Onanista Azzanato

    sul suo monitor campeggiano lesbiche che si massaggiano seni ipertrofici, o il giochino flash in cui col fucile a canne mozze smembri i passanti. Inquietante commistione.

  • Macellaio

    si respira finalmente. Infatti non è più dei nostri (professionalmente parlando, dico, eh!).

  • Mocassino Frustrato

    in riunione

  • Leccaculo Atomico

    in trasferta, e che ci rimanga, va'!

  • Ciccio Piallato

    in ferie, e idem come sopra.

  • Cinese Nucleare

    indefesso lavora. Credo.

  • Pompo

    carezza i peperoncini messicani ultrapotenti che alleva (non coltiva, alleva). A pranzo me ne propinerà uno sulla pasta. Già si frega le mani e ridacchia.

  • Bella Dimenticata

    nulla da segnalare.

  • Sportivo Sublimante new entry!!!

    sito della gazzetta a go-go.

  • Talebano Sistemico new entry!!!

    riguarda a nastro i trailer di Kunf-Fu Panda. E ci credo, è identico a Po.

  • Casinista Etilico new entry!!!

    non capisce quale dei suoi 4 cellulari squilli e risponde a tutti. E' ingegnere.


Bello zoo.

Questione di contrasto

170908 - Giallo170908 - RossoNon credo ci sia bisogno di un'infinità di cose per trovare la via verso una quieta serenità ed una serena felicità. Magari l'affetto di qualche amico, che rimane immutato nel tempo nonostante si siano allentati i contatti. L'affetto di un amico e per un amico, ovviamente. O scoprire che basta smetterla di recriminare e impegnarsi sul lavoro per trovare quell'equilibrio che un mare di rivendicazioni, piccole sconfitte, sottili e meschine vendette minaccia e inibisce.


O la semplice gioia di impegnarsi in attività che ci riescono piacevoli, senza chiederci se le stiamo facendo al meglio, perché le stiamo facendo, e così via. Ma tutto questo spesso va a confondersi in un panorama mutevole, vario, complesso dal quale ci è quasi impossibile estrarre ciò che è buono e bello da ciò che non lo è. Se avessimo modo di imporre dei filtri alla realtà tali da porre in evidenza i colori pieni e vitali e portare in un piano remoto ciò che possiamo e forse ci conviene ignorare, credo che tutto sarebbe molto più semplice e gratificante.

mercoledì 17 settembre 2008

La stringi la mano al tuo uomo? - MM XVIII

Su 20 ometti che siamo qui in azienda, almeno un quarto piscia e non si lava le mani, dopo. Ora voi, donne e ragazze che doveste leggere qui, pensate bene: il vostro uomo, dopo una possente pisciata ed un paio di virili sgrullate, che fa? E soprattutto, cosa non fa? E a questo punto Lucarelli mostra la manina: ...paura, eh?!

Mani e pollici opponibili

160908 - Chicche160908 - SchiaffiE' nel pollice che risiede il grado di evoluzione separata che ci ha portati qui dove siamo, io con le chiappe su una sedia fatta in Cina e voi probabilmente altrettanto. Con le mani possiamo stringere una penna e scrivere versi meravigliosi, firmare condanne ed assoluzioni. Possiamo impugnare un bastone e mollarlo sulla zucca di qualche rompicoglioni o impugnare una vanga e dissodare la terra. Con le mani possiamo fare carezze, procurare orgasmi, amarci come nessun'altro sa fare (l'onanista Azzannato fa segno di sì, e violentemente - convulsamente, con la testa, che le mani lui le ha sempre impegnate...). Con le mani possiamo togliere la dignità o restituirla integra ed intatta con un solo gesto di riconoscenza ed accettazione. Mani col pollice opponibile, mani evolute per afferrare, cogliere e stringere. Mani che possono offrire chicche o seminare morte e distruzione (soprattutto ai danni delle minuscole tigri volanti). Ma io queste mie mani le userei in un solo modo su quell'idiota del GF8 che ha annunciato di cedere la propria verginità per un milione di euro: per prenderla a ceffoni.


P.S.: va' che bel cielo oggi, sembra di nuotare in una vasca cosmica. Buongiorno mondo!!!

martedì 16 settembre 2008

10 giorni, poi armageddon

10 giorni ed il mondo finisce. Non ci son cazzi né mazzi, nessuna squadra di astronauti rimbecilliti che ci salverà, nessuna scappatoia né qualcuno da incolpare e su cui riversare sanguinosa sete di disperata vendetta. Che fate?


Così su due piedi (due chiappe, al momento) mi vien da dire: corro nudo per la città, scopo con chiunque mi capiti a tiro, sperimento l'omosessualità, imbraccio un'arma e vivo il brivido di togliere la vita a qualcuno, mi ubriaco e distruggo tutto ciò che ho a tiro, arrampico senza corda che se anche mi schianto anticipo solo di qualche giorno l'inevitabile, etc etc etc. Ma poi farei davvero così? In verità, non credo. Penso che cercherei l'abbraccio di chi da troppo tempo e per motivi troppo sbagliati non abbraccio. E soprattutto cercherei la vicinanza di chi amo, e insieme aspetteremmo l'armageddon bevendo ottimo vino rubato, mangiando, ricordando malinconicamente il passato e favoleggiando iperbolicamente su ciò che avremmo potuto fare se solo non... Attendendo con una disperazione limpida e serena la fine, con la sola speranza che possa giungere veloce e soprattutto indolore.


[ispirazione da un sondaggio via mail che mi è giunto stamane per una pubblicazione locale]

Il segreto della felicità

Qualunque esso sia, io non lo conosco. Se lo conoscessi sarei felice, costantemente felice, sempiternamente felice, immancabilmente felice. E credo che mi scasserei la minchia! Ma poiché non lo conosco, la minchia non me la scasso e rimango variabilmente felice-infelice, soddisfatto-insoddisfatto. In compenso chi mi scassa la minchia a'mmille è chi crede di averlo quel segreto, per se stesso e pure per gli altri. E allora prova a cucirtelo addosso, a fartelo bere, a mostrartelo e fartelo ingurgitare. Un po' di PNL qua, due ore di meditazione là, sette precetti su come rispondere ai cattivi e otto regoline su come comportarsi in genere, salutiamo il sole ogni mattina e farciamo il sandwich di pranzo con una pagina del Guerriero della Luce ed una di Jodorowski. Il segreto della felicità è dimenticarsi che si cerca la felicità, perdendosi in millemila precettini pratici cui attenersi in ogni più cacazzillo frangente della propria esistenza.


Mi ricordo un romanzo di Richard Bach, che consiglio di leggere a chi apre a caso Il Guerriero della Luce di Coelho 58 volte al giorno per trarne illuminazione. Ecco, nel Guerriero della Luce manca una pagina fondamentale (al contrario di ciò che accadeva nel libro di Bach), quella in cui la rivelazione è:


"tutto quanto è scritto in questo libro

potrebbe essere sbagliato"

lunedì 15 settembre 2008

Manic monday

U-u-uuuhhh, I wish it was sunday... cantavano le Bangles, ma manco a parlarne, io vorrei fosse venerdì, non lunedì. Che venerdì - o sabato mattina - forse capiterà di rivedere la piazzetta di Arco, i vigneti di Maso Lizzone, le ciotoline di trota alla Cantina Pedrotti ed i bicchieri alti da cui soffia l'Ora del Garda e la miscela suadente de l'Aura. Maccomunque dicevo...


...dicevo fredo cane porco cane! E buon lunedì d'autunno! E poi dicevo: Kung-Fu Panda bellissimo, e si apre con il meglio del meglio, cioè il sogno di Po farcito di leggendarietà, miticità e tostaggine: da ribaltarsi sulla poltroncina del cinema. Che poi è facile scivolare nei ricordi e dire ah ma i cartoons Disney di un tempo erano più... più cosa? Erano diversi! Questi sono altrettanto belli, ma diversi. That's all Folks! Ma poi vabbè, oggi tocca lavorare furiosamente, e una volta tanto l'aver dormito 8 ore diritte e filate, dormendo forte forte e con concentrazione, mi bendispone parecchio.


Buona settimana! A chi? Ammèèèè!!!!

[Però ecco, non credo che fosse proprio manic monday, no? Lunedì di manico? Suona male...]

domenica 14 settembre 2008

Bar 2000

Una volta c'era il bar, fatto di:



  • barista smaronato ma in fondo disponibile;

  • bancone lucido;

  • luci basse;

  • muri gialli cui s'aggrappa il fumo di MS millenarie;

  • odore pervasivo di mosto invecchiato male;

  • mazzi di carte unti e bisunti;

  • astanti che parlano di tempo, calcio, politica, donne.


Io non ne ho che vaghi ricordi di quando mio nonno mi portava in giro per il centro passando a salutare i ragazzi (cioè semi-ottuagenari che si conoscono da quando Garibaldi partì coi mille).


Ora c'è il Centro Fitness con Centro Wellness con Centro Abbronzatura. A parte che non si fuma e si beve Gatorade a litri anziché bianchetto, il resto è identico: non uno che per sbaglio faccia esercizio, che si suda e poi col fiatone mica riesci a ciarlare, parlare e intortare le gnocche. Poi una lampada, poi tutti insieme in sauna e bagno turco e tirare su palette di voto davanti alle sfilate di culi e tette. Sudati e rilassati, mezz'oretta sulle sdraio del wellness bevendo tisane calde anche a ferragosto, e poi in doccia, dopo essersi cipollati l'uccello in separata sede abbastanza da sfoggiare virilità abnormi e preoccupantemente semiturgide, che se uno per caso non gli hanno spiegato tutto l'iter ed i rituali che deve seguire, un po' ci penserebbe a raccogliere la saponetta. Poi alla zona phon nudi e a uccello al vento, ravanandolo quando lui, privo di stimoli, minaccia di ricondursi ad un vero riposo. Infine ci si riveste, si saluta o si va a fare aperitivo.


Progresso...!

sabato 13 settembre 2008

Che uomo sarai?

Un uomo Country

Sempre abbronzato, ama i cavalli ed i sigari toscani; occhiali senza montatura e capelli a spazzola sale e pepe. Veste spezzati sportiveggianti di cotone grosso o di velluto liscio nei colori beije - marron - verde milite. Camicia azzurra di cotone a trama grossa, scarpa lucida testa di moro con suola spessa. Non suda mai anche se beve brandy pure a ferragosto.


Un uomo finto-dandy

Abbronzato ma sul giallo-ittero. Pantalone a sigaretta in colore senape o carota (la versione fragola è decaduta), camicia a righe uniformi o tutta bianca, giacca 3 bottoni blu scura dal taglio rigido e cuciture rivoltate. La scarpa, enorme sotto il pantalone stretto, con fibbia e punta quadra in inverno, o quel miscuglio Pittarelloso di forma sportiva, cuoio classico, velcro 80's e deco obbrobrio in estate. Ha soldi e beve Americano, Negroni o champagne (che distingue dal prosecco solo alla cassa).


Un uomo Hemingway

Se non ha la barba non ha capito una mazza. Veste completi di lino stazzonato o di cotone chiaro, comunque larghi, con una camicia in colori poco invadenti col collo alla coreana. Vive tenendenzialmente d'estate e nei periodi freddi si sospetta che si rifugi nell'Uomo Country. Se porta scarpe scamosciate e sformate, è un bluff, se porta sandali di cuoio, è originale. Deve fumare sigari caraibici o pipa, non può essere calvo; dove lui è, c'è sempre vento, o almeno una brezza sostenuta.


Un uomo vero-dandy

Cappello panna con banda nera, papillon, sigaro, o non se ne fa niente. Bastone da passeggio per quelli davvero DOCG. Panciotto come la ciliegina sulla torta, soprattutto se a contrasto con il completo. Lino d'estate, e allora forme larghe, o cotone, e allora forme strette e rigide. Lana e frescolana d'inverno, ma soprattutto velluto a coste, spesso in colori esuberanti. Occhialini sempre, e tondi, dalla sottile montatura in metallo. E' un alcolista ma lo maschera bene pindaricamente volando su arte ed estetica.


Un uomo fashion

Magro, sportivo, capello morbido non troppo lungo e lineamenti affilati. Occhiali, nel caso, con montatura oro o titanio. Lo si vede solo nel tempo libero ed indossa solo jeans e camicia (con le maniche rimboccate ad arte) o solo jeans e pullover beije o marron. D'inverno ha cappotti appena sportiveggianti o giacche in pelle di finissima fattura. Ci si nasce, non lo si diventa, per questo l'uomo fashion non ostenta né ha pregiudizi: chi non è di quel mondo, esiste poco e per brevi istanti.

Microminchiate XVII

30 secondi possono sembrare pochi, ma sono tanti se li impieghi provando a capire cosa sia l'impanatura analisi rischi. Alla fine dei 30 secondi l'illuminazione: c'è scritto mappatura, non impanatura. L'universo ha ancora un suo certo qual senso, ma io mi sento defraudato di un piccolo mistero.

venerdì 12 settembre 2008

Stanco...

...ma così stanco, che nemmeno riesco a pisciare in piedi, oggi. E bonjour finesse.


Prenderei 'sta stanchezza che mi appesantisce le gambe e abbrucia gli occhi e la piazzerei in macchina per 200 chilometri. La tirerei poi giù (già molto più leggera) al parcheggio di Arco, la farei sedere a un tavolino soleggiato del Caffé Trentino e le farei bere uno spriz all'Aperol ed uno al Campari chiacchierando con pochi amici. Poi la condurrei brilla e ridanciana a mangiare una pizza, ingollare una grappa, e infine la stenderei nel sacco a pelo sull'erba di una piazzola al Maso Lizzone.


E lì io e la stanchezza rimarremmo a guardare le stelle fino ad addormentarci insieme. E domattina mi risveglierei solo e limpido, nel sole e nella freschezza tenue dell'alba.

Una miniera da qualche parte saltò

E una nube di polvere d'oro invase il cielo, ricadendo finissima su cose e persone fino a farle preziose e splendenti come mai erano state prima. Ma nessuno se ne accorse, continuando a camminare e pedalare come nulla fosse accaduto. Giusto qualcuno si fermò un istante a guardare il cielo, sorpreso da quei colori foschi eppure zecchini che di solito velano i sogni; poi riprese a camminare. O a pedalare.


120908 - 1 - Rizzoli120908 - 2 - Drapperie120908 - 3 - Petronio Dx120908 - 4 - Maggiore


sopra: via Rizzoli e la torre degli Asinelli, l'arco di via Drapperie da piazza Maggiore, il fianco destro di San Petronio coi tavolini del Balmoral, piazza Maggiore e la facciata di San Petronio.

sotto: Piazza Maggiore e l'uomo in bicicletta, Piazza Maggiore e la donna in minigonna.


120908 - 5 - Maggiore Bici120908 - 6 - Maggiore Donna


Sensi e sensazioni

La pungenza dell'uva fragola – la freschezza del lime – la pastosità dell'avocado – la setosità della pesca – la dolcezza delle nespole – la croccantezza dell'uva bianca – la succosità della granny smith – la farinosità della renetta – la compattezza della patata americana – l'acquosità del melone – la liquidità del cocomero. L'intensità del cacao – l'intimità della cannella – il guizzo della vaniglia – l'aggressione del rhum – lo schiaffo della vodka – la legnosità del cognac – il solletico del pepe bianco e il pizzicore del pepe nero – l'oleosità della liquirizia – l'untuosità esotica dell'anacardo – quella compunta della noce – quella seria della mandorla e quella serica della nocciola. La salvia nello sauvignon blanc – il burro nello chardonnay – il peperone verde nel cabernet – la susina bianca nel sylvaner – la prugna nel nero d'avola – la fragola di bosco nel pinot nero – il miele nel sauternes – i canditi nello zibibbo – lo smalto nel lagrein – lo iodio nella ribolla. Il sole di primavera nel blanc des blancs – quello d'estate nel malvasia istriano – l'alba di maggio nel cerasuolo di montepulciano – il tramonto di giugno nel Lacrima di Morro d'Alba e quello d'ottobre nel Merlot...


…naso, gola e occhi. Che meraviglia che abbiamo, che miracoli che siamo.

giovedì 11 settembre 2008

Menage à trois?

Stavo con F ed il sesso andava bene, costante e soddisfacente sebbene non molto vario: era bello sapere che non ci saremmo mai rifiutati, e poi eravamo giovani ed esattamente coetanei. Già allora consocevo M, ma non l'avevo mai considerata dal punto di vista del sesso. Molto legati, ci frequentavamo e trovavamo a tutte le ore del giorno, condividendo hobby, passioni ed attività: il modellismo e le miniature, i giochi di ruolo e la lettura, la pallavolo ed il computer. Insomma, un rapporto bello, saldo e continuo. La mia corsia preferenziale con F non influiva sulla scorrevolezza del tempo - ed era tanto - che passavamo tutti e tre insieme. Poi F, che giocava come schiacciatrice (zona 4), si infortunò e fu costretta per un mese all'immobilità. Ora, la faccio breve, ma che sia stata l'astinenza, l'ormone, o la stranezza eccitante del solo pensarlo, io e M finimmo a fare sesso. Durò alcune settimane, piacevoli ed intense, ma F si riprendeva in fretta e con M fronteggiammo la necessità di porre fine a quell'inatteso rapporto. Come sia come non sia (F e M erano amiche e forse si parlarono, forse fu una sorta di competitività liberata in campo aperto, io non lo so e non me lo chiedo più), una sera tra qualche birra di troppo e molte parole assurde, decidemmo di fare una cosa a tre. Bè, tanta era l'eccitazione del prima quanto fu il senso di fallimentare stupidità del durante e del dopo. No, non funzionava, non c'erano gli stessi ritmi, c'era imbarazzo ma più che altro oggettive difficoltà nel gestire spazi e tempi e modi. Vergognosamente tornammo sulle nostre semplici posizioni e riprendemmo il tran-tran di prima.


Ecco, col senno di poi, so che simili menage à trois non sono che un'eccitante chimera che però svanisce appena pensi d'averla colta e raggiunta. Nonostante quell'episodio io, F e M ci vediamo ancora e ancora facciamo tante cose insieme. Addirittura partecipano a questo blog, loro, le mie due amiche più strette ed amate che saluto:

 

ciao Federica [la mano amica]

ciao Monica [la mano supersonica]

Semel in anno

Sì, ricordiamo tutto, esattamente una volta all'anno, e fintanto che ce lo ricordano.



  • Quanti post oggi si aprono ricordando l'11 settembre e levando un pensiero alle vittime?

  • Quanti post nella giornata della memoria si sono aperti o si apriranno rammentando l'olocausto e levando un pensiero alle vittime?

  • E quanti per la strage di Bologna?


Perché invece ciascuno non sceglie cosa ricordare, e quando? Perché si rammenta sempre ciò che a qualcuno è gioco venga ricordato? Perché anziché ricordare semel in anno non impieghiamo anche solo questo semel in anno a cercare cose nuove per le quali fare qualcosa?


Ipocrisia.

Microminchiate XVI

Ho comprato coloratissime palle di pietra, nelle tonalità del rosso e del giallo, che disporrò in una ciotola di canapa sul tavolo del mio soggiorno. Mi chiedo solo perché costassero come pesche, al reparto frutta e verdura della COOP. Mah!

Domande, e risposte

Farei della mia più grande passione la mia professione? No: in breve dimenticherei il piacere e vivrei la costrizione di ciò che era nata come una libera e desiderata scelta. Fossi in grado di cogliere il valore assoluto delle cose senza l'orpello di detestare tutto ciò cui sono in qualche modo obbligato, forse cambierei la risposta. E forse vivrei più contento. Oppure no.


C'è qualcosa di particolarmente positivo nell'avere una grande passione perdurante tutta la vita? Sì: si ha la possibilità di diventare eccellenti in quel contesto. Ma diventare eccellenti è l'obiettivo fondamentale, o l'obiettivo è fare cose belle che ci facciano stare bene? In compenso è sicuro che dopo anni di affondo in un contesto specifico, si inizierà a settarizzare, escludere, diventare un po' fanatici. E la crescita come individui ne soffre, visto che gli stimoli non sono infiniti e comunque sono monotematici.


C'è qualcosa di particolarmente negativo nell'avere molte passioni per periodi relativamente brevi? Sì: non approfondirle mai davvero, rischiando di non arrivare mai a coglierne la profondità alla quale troveremmo il gusto ed il piacere massimi. In compenso si ha un'esperienza molto allargata del mondo e ci si mantiene malleabili.


Infine...

Ha più valore passare il sabato ad arrampicare tra i monti o a immergersi nel mare blu, rispetto al fare aperitivi e vasche in centro? Visceralmente risponderei sì e pure con un sorriso un po' altezzoso. Ma perchè? Inquino meno? Faccio del bene in più? No. No. E no...


Ergo: boh!?

mercoledì 10 settembre 2008

Evviva loro!

C'è una collinetta al centro di una rotonda, e sulla collinetta vivono le lepri. E' un incantesimo che si compie al tramonto: io circumnavigo il loro mondo e contro il cielo, blu come seta cotta, spunta il profilo fremente delle loro belle orecchie. Ci sono poi campi, che costeggio quasi ogni giorno, dai quali i fagiani brillanti in rame e verderame, mi osservano placidi becchettando e corricchiando. E c'è un piccolo frutteto in cima a una cresta di colline, dietro una casa di pietra, dove tira sempre il vento e dove, tra i rami bassi ed intricati degli albicocchi, vive una ghiandaia che prende i cracker dalle mie mani, che si appollaia sulla testa dei miei amici. E poi ci sono tassi goffi che sembran divanetti su 4 zampe, istrici come macchie nere trapuntate di schegge bianche, falchi silenziosi in cima ai pali della luce e volpi che corrono con il capo girato indietro, a controllarmi. Penso e vedo tutto questo e arrivo in ufficio, in un bestiario che dipingerei in toni meno leggeri, e mentre fumo una sigaretta vedo i due fantasmini bianchi rapiti nella contemplazione delle tortore. E nel sole di quest'ennesima giornata di luce splendente, ricordo un cane che dormiva un sonno enorme, vasto e profondo come io forse nemmeno lo so immaginare.


100908 - fantasmini100908 - Wanda100908 - Sleeping hard


La semplicità schietta ed intenta degli animali mi invade sempre di placida serenità.

Aò, io ce so', voi ce 'sete?

Ho controllato, verificato, toccato tastato e scrutato. Per ora non ho alcuna escrescenza di materia strana. Sbadiglio nella norma e non mi pare di vedere buchi o buchetti neri. Esistere esisto, anche se non più del solito, il che a quest'ora non è in effetti granché. Ecco, l'unico dubbio è sui poli magnetici, sud-nord, positivo-negativo, buoni-cattivi... Ma due gay bolognesi son stati malmenati davanti al Colosseo, quindi direi che anche su questo punto nulla è cambiato... Bello ritrovare tutte le mie certezze.


O no?

martedì 9 settembre 2008

Microminchiate XV

Difficoltà: facile

Tempo: 30 secondi

Ingredienti: mulo a molla, uffici al pianterreno, collega reparto assistenza, telefono wireless, poltroncine tripodi di dubbio equilibrio, tre pugni di clienti spaccapalle


Preparazione:

prendete il collega dell'assistenza, stendetelo sulla poltroncina tripode di dubbio equilibrio, e mantecatelo per tutto il giorno insieme al telefono wireless e ai clienti spaccapalle. Quando il composto diviene vitreo prendete il mulo a molla, fatelo uscire dagli uffici e camminare chinato fin sotto la finestra che il vitreo composto fissa inebetito da ormai un paio d'ore. Poi caricate ben bene il mulo a molla e fatelo schizzare verso l'alto. Quando il collega della teleassistenza piomba a terra col terrore negli occhi, servite ai colleghi per un pomeriggio di ilare soddisfazione.

Che luceeeeee!

Dico, c'è una luce così meravigliosa radiosa osa osa osaaaa che mi piacerebbe, magari pure con un po' di gente qui tipo chessò le Orme, la Renata, la Regina del sonno, l'occhio impattante e Neko, la Blatta e l'Armanonimo e via, andare in un posto un po' di montagna ma non troppo, sedermi in una piazza comoda, ordinare da bere e bermi tutto il pianeta, tutte le chiacchiere, tutte le voci i colori e le luci, che in una giornata così tanto sono infinite! Uaaaahhh che vogliaaaaa!!!!! Saluteeeeeeeeee!!!!


E chi non ho nominato, che venga, che mica le dirigo io le danze, le danze oggi le dirige il sole!!!

Microminchiate XIV - Parte II

E l'LHC entra nel quotidiano...


Conversazione via sms con amica in montagna in vista di una grigliata stasera:

Amica: ho preso braciole, pancetta, costolette e salsiccia. Verdura solo pomodorini che dici, ne prendo altra, piace? Domani a Ginevra riproducono il big bang, mi sa che scendo a Bologna, non voglio morire da sola.

Io: imbecille, mi fai ridere! E prendi sedano e carote per il pinzimonio!

Amica: c'è poco da ridere... Cosa vorranno dimostrare poi? Servisse a qualcosa! L'ideatore di 'sta vaccata inutile e pericolosa dev'essere un uomo x forza!


Conversazione via mail nel bestiario per stranezze su una macchina server:

Collega: il server 19 ha comportamenti strani - un orario sballato e genera file di trasporto più piccoli ed erronei.

Io: Il Big Bang?

Altro collega: Big Ben?

Io: Big Boh?

Altro collega ancora: Semplicemente un mini buconero che ha deformato lo spaziotempo… Infatti sarà meglio controllare se la macchina è ancora in sala server...


La vie, c'est fantastique! L'LHC, c'est mieux!!!

Microminchiate XIV - quelle fisiche

C'è grooss' preoccupazione per l'LHC che domani viene acceso a Ginevra. E non è mica uno scherzetto, ma un tubone di 27 chilometri dove fan correre sgambettare zompettare tante particelle (anche quella di sodio, così non si sente più sola). E c'è chi dice che corriamo rischi terribili tremendi tremebondi. Allora io, che c'ho pure un passato da astrofilo e lessi tanti tanti libri di astrofisica (guardavo le figure e non capivo una mazza di tutto il resto...), mi sono documentato. Ecco i rischi che corriamo:


Bolla di Vuoto

sì, LHC potrebbe far decadere l'universo ad uno stato più stabile nel quale noi non possiamo esistere. Che è una figata dài! Non arrivano i mostri, non c'è un gran busso (bolognese x botto) con fuochi e lapilli, no: capita la sfiga e puff, noi non possiamo esistere e quindi smettiamo di esistere. Ma, dico, c'è un modo più bello e pulito per togliersi di scena? Ziopporco, ci elidono per far tornare un conto, a me pare davvero pulito! E poi non è proprio una BdV quel gonfiore spaziotemporale che tiene separate le orecchie di Calderoli?? Gravità del rischio: 1


Strangelet

si dice che LHC potrebbe generare materia strana, srangelet appunto. Ma poi mica dicono che fa 'sta materia strana. Che fa? Fa cose strane? E' 'na vita ch'o famo strano, e poi dico, la faccia di Calderoli di cos'è fatta, materia normale?? Gravità del rischio: 0


Monopòli magnetici

LHC potrebbe generare particelle cazzutissime con un solo polo magnetico. A parte che queste farebbero decadere il protone - e se non siete protoni, chissene, dico io, chissene no?! - ma vogliamo mettere? Tutti polo nord o tutti polo sud! Così la smettiamo con 'ste puttanate del nord produttivo e del sud cazzone e del nord triste e del sud allegro e tutti i razzismi su base polare (al che Calderoli decadrebbe in uno stato più stabile e non potrebbe più esistere). Gravità del rischio: -5


Buchi neri

LHC potrebbe generare buchi neri microscopici. Embè? Dico Calderoli, in testa, non ce n'ha uno (e sul microscopico avrei pure da ridire)?! Ma poi con tutta la compressione di un buco nero avremmo più spazio relativo disponibile, potremmo magari abitare in 52 in 47 mq, e pagheremmo meno d'affitto. Insomma come i cinesi o i Singaporettani (gente di Porretta che vive a Singapore o gente di Singapore che vive a Porretta, è uguale). E poi, dico, ma quanto fa figo trapassare perché risucchiati in un buco nero??? Gravità del rischio: 2


A questo punto, faccio i miei migliori in bocca al lupo a tutti i ricercatori impegnati in qualche modo nell'LHC: fatece gode'!

Hot or cold?

Al bancone, gomiti sul bancone, faccia nelle mani, sorriso nella faccia, una pinta a metà, una intera che si intiepidisce e attende. La schiuma non scende mai sotto un dito di spessore, A loro, agli irlandesi, la Guinness piace così. Poi qualcuno prende un piffero ed un violino e parte una musica tutta allegra e zompettata e tu ti dici Dio ma accade davvero? No perché é proprio come lo immaginavo...!. Al secondo giorno l'italianità va a farsi friggere insieme al bacon che pretendi instead of pane-burro-marmellata, che siamo mediterranei sì, ma in vacanza anche da noi stessi, damn! Il Ben Bulben è un prisma di verde coricato su un fianco e lungo tre chilometri. Lì vicino c'è un B&B con una vetrata enorme proprio sull'oceano, legno chiaro e smalti bianchi, moquette azzura e gestito da una maestra. Più giù la Doneen's Lounge prepara pancake al salmone per colazione, e io dico che dopo pudding e bacon, uova e fagioli, il salmone perché no? La Guinness continua ad avere qui un senso che fuori di qui non ha. E basta. Nel nord ci sputano sulla macchina, ma sarà la loro accoglienza tipica, credo. O no? In compenso parlano che proprio non li si capisce, e solo al 4° bis capisco che la tipa mi chiede paziente e alienata se la panna io la voglia calda o fredda hotchorrcò [hot or cold] sulla torta. Mirando back to Dublin da dove più o meno eravamo partiti (da Dun Loeghaire che, magia dell'irlandese, si pronuncia Dàn Lìri) entriamo in un pub chiuso. Sotto le scale suonano, bambine danzano picchiandosi i garretti, ci dicono benvenuti e anche se è privato prendete e mangiate dei tramezzini, volete birra? e io dico sogno o son desto, e lo dico io lo diciamo noi. A Dublino non ci fermiamo, no, io e BlattaGirl scappiamo che 12 giorni di verde non li riusciamo a soffocare in 2 di muri grigi. New Grange col sole che tramonta tra due pietre piazzate lì tremila anni fa. Time to go back. Che bella l'Irlanda.


Ci pensavo congelando mentre tornavo a casa in moto, la testa spiaccicata sul serbatoio per non congelarmi le budella. E prendemmo sempre sole tranne un paio di spruzzi ed una bellissima tempesta rotolataci in faccia dall'Atlantico. Wonderful!

lunedì 8 settembre 2008

Etciuuuuuuuù!

Che, dico, le influenze ci influenzano non poco. E mi son sempre chiesto se io sia uno particolarmente soggetto all'essere influito ed influenzato, oppure no.



  • Quando vidi Top Gun decisi che sarei stato un pilota da combattimento (e feci dozzine di modellini).

  • Quando lessi Dio di Illusioni di Donna Tartt, dove tutti leggono il greco antico come fossero istruzioni dei popcorn, e a 18 anni fanno riti orgiastici e tracannano wiskey, decisi che sarei stato un grecista (e da solo in casa mi ubriacai col brandy di papà per almeno un paio di volte);

  • Quando mi appassionai alla lettura decisi che avrei fatto lo scrittore (non avevo capito che aver voglia di leggere non implica l'esser capaci di scrivere...);

  • Quando dovevo confessare che per anni avevo mentito sugli esami universitari decisi che sarei andato in Islanda a fare il worker on a farm (c'era un'offerta su un quotidiano...);

  • Quando scattò la molla per il vino e poi per i cocktail decisi che sarei diventato sommelier e avrei aperto una mia enoteca-american bar (quest'influenza a dire il vero ancora non è del tutto passata...).


E così via. Ecco, non mi manca nemmeno l'aver voluto essere un astronauta, mentre invece sono uno dei pochi che non ha desiderato di essere Papa. Ma il bianco, si sa, ingrassa (ops, blasphemòs, efcharistò!). Ah, ho anche sognato di essere un mega ingegnere informatico e un super hacker. E lì l'influenza è diventata un raffreddore cronico, ed ora sono Project Manager in un'azienda IT. Checchiùlo, direbbero in 4 matrimoni ed un funerale! (Hugh Grant mi piace, i libri di Hornby ancor di più, gay non sono, anche se ho la tessera Arci-Gay. Così, giusto per chiarire. E nemmeno son di destra, sono solo calvo!)

Delicate voglie d'autunno

080908 - E guardarmi intorno


Il cielo è limpido come a primavera, ed il fresco è il fresco di inizio giugno. Sì i campi di mais sono biondi anziché verdi, e le distese di soia ricordano il deposito di Paperone, con tutti quei medaglioni gialli e verdi proprio come monete e dollari fruscianti. Però non basta. L'autunno è nell'aria e lo tocchi alzando una mano nel cielo.


Iniziano a vibrare, insistenti anche se sommesse, voglie nuove appena ritrovate, e tra di esse la più luccicante è quella di abbandonare Bologna il venerdì pomeriggio, quando l'apnea della settimana lavorativa si conclude in un respiro enorme che mi riempie di cielo.  L'autostrada che mi corre incontro mentre il sole si abbassa dietro i bastioni che costeggiano l'A22. Ad Affi il cielo si spalanca, a Rovereto Sud esco, pago, e rinasco semplice e vivo ingoiando boccate di aria sottile. Montare la tenda su una piccola piazzola d'erba contornata da vigneti color ruggine, colmi di grappoli blu gonfi e succosi; dietro i vigneti il maso di sasso, pietra e legno, e dietro ancora le pareti, alte e severe al tramonto. Montare la tenda, mettermi il giubbotto che fa fresco, e andare alla cantina Pedrotti. In veranda saluto i ragazzi e mi accomodo su una sedia, mi godo il tempo perfettamente immobile, splendidamente in equilibrio tra la sera e la notte. Mi concentro ed abbandono alla pungenza delle trote marinate e alla freschezza di uno Chardonnay che si intreccia alla rotondità fievole del Nosiola.


Poi di nuovi la tenda al buio, una sigaretta sotto miliardi di stelle, il calore del sacco a pelo. E risvegliarmi un po' intorpidito (che ormai di notte fa freddo), prendere il primo respiro tuffandomi a torso nudo nel mattino insieme alle viti, sciacquarmi e fare colazione con melograne e croissant, caffé e mele, susine e latte che sa di panna e di buono. Infine ricongiungermi al mondo, incontrare gli amici in piazza, sedersi ai tavolini di fianco alla bellezza semplice e chiara della chiesa in pietra e del cielo in turchese. Un altro caffé dall'aroma nervoso, il sole che inizia a scaldare, la decisione sulla via che faremo e la preparazione del materiale. Sensazioni d'autunno, come smetterla di fare l'istrione in spiaggia e riprendere a dedicarsi a se stessi e alle poche cose, semplici e rotondissime, che fanno sorridere senza ridere troppo. Bello.


[Dimenticavo: e a fine giornata uscire dalla via, sedermi, stringere la mano a Trivvo e ai compagni, e guardare giù, guardarmi intorno, e non volere nient'altro... Non avere bisogno di nient'altro - La foto: un anno fa ad Arco, Monte Colt - via Tredicesima Luna]

domenica 7 settembre 2008

Io ne ho viste, cose...

Tastiere senza spazi, come questa, e un Treno che suona lungo la via Lattea fino a sciogliere Giove in gocce. Ho visto foreste di lampioni come guardiani magrissimi sull'orlo di un cielo di piombo che mi rolla incontro, e ho visto le nuvole, setacciate da un setaccio nelle mani di un Dio bambino, colare al suolo in cortine di pioggia. Ho visto muri d'acqua cadere di traverso su colli verdi e farli bianchi di ghiaccio, di vento, di un autunno soffiato, colato, portato via dal sole che spacca ancora le nuvole, e dall'azzurro che le scioglie e brucia nella luce bianca.


080908 - I Guardiani magri


080908 - Setacci di Dio


Ho visto pentole appese al soffitto e coperchi alle pareti, e mi sono chiesto il Diavolo, questa volta, questa volta davvero ha fatto tutto per bene, no?


E dormendo, trasportato da una musica come zucchero di canna che è ruvida e dolce, mi sono trovato a giocare in fila indiana con mille persone che non conosco, mentre biciclette volavano più alte della mia testa, nessuno che le cavalcasse, forse solo Harry Potter sotto il mantello dell'invisibilità. Ma poi infine niente conta se non queste note che mi scorrono addosso come corrente, come una doccia. Ma si è fatta ora, un aperitivo mi aspetta, pungente dimenta, verde di lime, ruvido di zucchero e tiepido di rhum. Mi asciugo e le ultime note rimangono imprigionate nella trama del telo di spugna verde. Ciao...


080908 - Bici volanti080908 - Liquido sole080908 - Piombo spaccato

sabato 6 settembre 2008

It's too easy...

060908 - Natural060908 - Artisticants


Prima e dopo la cura. Con tutte le attenuanti / aggravanti del caso, tipo il formato minuscolo necessario in questo contesto, a sinistra la foto originale (a dimensione naturale non è così sfuocata, ovviamente) e a destra dopo un po' di lifting e make-up: secondo me una differenza enorme, ottenuta in venti minuti di cipollamento di istogrammi, curve, livelli ed effetti di sovrapposizione.


Dico, la tecnologia è una cosa fighissima, solo che in buona misura tende a rincoglionirci e spogliarci di tensioni e pulsioni. Che se il mondo non ti va, ti basta aprire un blog e sparger merda in bella forma per sentirti a posto con la coscienza. Se vuoi viaggiare, in 2 ore sai anche quanto spenderai per farti la manicure a Oslo e, nel caso in cui te la vedessi brutta, con cellulare e GPS puoi sempre raggiungere la salvezza chiamando a raccolta i Cavalieri dell'Aria e l'Onu. Ma poi perché viaggiare, scusa? Puoi vedere tutto da qui no? Scrivi "bucoDiCuloDelMondo" e otterrai 1240 foto in alta definizione e Google che ti chiede se sia il punto d'arrivo o quello di partenza. Ecco... io direi d'arrivo, no? Che mica son cazzate che a 12 anni san programmare in C# ma manco a 25 riescono a impilare due tempi verbali che non siano un cannoneggiamento ai danni della spirante consecutio.


Io non so eh, ma 80 anni fa se eri separato dall'amata le scrivevi e attendevi due settimane la risposta. Bè allora sì che ci pensavi davvero a cosa scrivere, a come scriverlo, a cosa dire perché incontenibile e a cosa tacere perché meno rilevante e bruciante. Oggi puoi mandare 20 messaggi al giorno senza pagarli, fare gli squillini, scrivere 37 mail e chiamare non appena hai 2 minuti di coda alla posta, che tanto con You&Me... E che cazzo ci si dice? Niente! Come si fa ad avere qualcosa da dire quando si ha una banda infinita per veicolare la comunicazione e sempre meno robba dentro che generi pensieri realmente consistenti, realmente nuovi, realmente pensati!


Mah, vabbè, chiudo qui, non gliene frega niente a nessuno, ed io pure mi son sfogato, mi sento la coscienza in pace, prendo il cellulare, il navigatore, e vado via per il weekend.


Però no. A me la musica piace soprattutto se ne prendo il CD originale. Mi piace la batteria perché è di legno e metallo e non ne avrò mai una digitale, per quanto sia fedele come feeling, dinamica, touch...evvaffanculo! Mi piace il vino perché mi arriva in bocca, perché è dentro il vetro, perché costa fatica. Mi piacciono i libri perché hanno un peso ed un odore. Mi piace viaggiare e non mi frega di cercare belle foto di posti che non vedrò dal vivo. Mi piace cenare con gli amici e mi fa schifo sentirli per mail, per skype, per chat. Mi piace questo orologio che per andare richiede che io lo muova, che il bilancere giri, che il meccanismo zizzolando e zizzando zzzzzzzzz vada in carica!

E se vai sul sito della NASA troverai splendide foto di ogni oggetto celeste possibile. Ma quando mio padre le ordinò per posta da un catalogo di carta, e le diapo arrivarono dirette dalla NASA a casa mia, e mio padre me le fece trovare sotto l'albero, ed io le guardavo nel piccolo proiettorino... Nessuna foto di Andromeda mi porterà mai così lontano come sapevano fare quelle minuscole diapositive dietro la sfera magica del visore portatile.

venerdì 5 settembre 2008

Microminchiate XIV

Ruzzolo via dal bozzolo, rido, rotolo e razzolo,

abbandonandolo gongolo, poi infine m'accoccolo.

Come solo fa un discolo, con in mano uno zuffolo

soffio un refolo frivolo, che colo al timpano d'Eolo.

Pesticciando un rigagnolo nerastro ed amarognolo

vedo un anatroccolo tanto bello, davvero piccolo!

E' un mignolo d'avicolo, pare un ninnolo giallognolo!

Sarei un cavernicolo indendiandolo su un comignolo?


[Eccolo lo scilinguagnolo su cui regolo quest'articolo...]

Palla di neve, faccia di merda

Faccia grassa e pelle cadente, rigonfia e rosea. Occhi minuscoli e porcini conficcati tra pieghe di grasso; occhialetti con lenti sfumate poggiati sul nasino all'insù, quel nasino così grottesco, piccino ed osceno che svetta sul viso da porco. Seduto immobile, composto eppure svaccato, osserva, amministra e sentenzia con le movenze affettate di chi gestisce potere e ne gode. Esce, saluta con riverenze sornione e parole false, si aggiusta i capelli bianchi, e sale sull'Audi A8 issandovisi dentro con fatica.


E' un commercialista, di uno dei più grossi studi della città, e mi ricorda in modo abominevole Palla di neve, il maiale figlio di puttana della Fattoria degli Animali di Orwell. Cliché. Sarà un cliché. Ma spesso le persone diventano l'emblema di ciò che fanno. Un maneggione poco onesto, troppo ricco e molto figlio di puttana lo immagino proprio così. E così è. Gli darei calci nello stomaco, ed immagino il suono del mio piede che impatta il suo ventre flaccido. Pochi uomini mi fanno altrettanto schifo.

Candeggina aggressiva

050908 - Back



 


 


 


 


 


 


 


C'è scirocco oggi.

Il cielo è insistente,

è sciocco e pesante.

 

[soffia pure sulle foto del mio pc; ma non sui ricordi.]

  


giovedì 4 settembre 2008

Sinestesie, antipodi

040908 - Starting040908 - Ending summerPer qualche miliardo di persone che festeggia Natale nell'odore di resina, legna che arde, neve e dolci speziati, ve n'è qualche altro miliardo che lo festeggia nella burrosità dell'aloe delle creme solari, nella pungenza del mare, con il sole come stella cometa. Questa estate è stata strana, tantissime premesse e nessuna andata delusa, quasi nessuna realizzata, il caldo ed il sole stanno scivolando via veloci (ma non sono finiti...) mentre cose accadono lente, talvolta inattese.


Il mare a primavera, il mare a fine estate. Il primo ha la brillantezza, la freschezza, la vivacità intensa eppure sottile di uno chardonnay cristallino, acido e beverino, che ti fa sorridere, girare la testa e turbinare i pensieri senza che tu te ne accorga. Il secondo ha il corpo, la speziatura e le movenze di un cerasuolo di montepulciano lavorato, affinato, da cogliere prima che passi la vetta della perfezione, da sorseggiare ancora fresco ma non freddo né caldo, che sia un po' scampolo d'estate e un po' primizia d'autunno; nell'attesa di ricondursi a se stessi e ripiegarsi un po' per l'intimità dei mesi che arrivano.

Listerin: BOOOM!

Il tipo risciacqua, fa booom! lui e fa boooom! la barca che si gonfia esplode e tutto si scrosta. Liberatoria quell'immagine, liberatoria. Come quando togli la plastica protettiva dalla tappezzeria dell'auto nuova. Come quando sbucci una pesca a grosse falde. Come quando sghiacci il freezer e ne stacchi placche ed iceberg immensi che fanno scrrrrrrack. Ah, liberazione. Ah! Da piccolo mettevo il vinavil sulle mani, lo distendevo, lasciavo asciugare, e delicatamente lo toglievo, una seconda pelle, cambiar muta, e poi il fresco del dopo, che bello. Sono uno che lascia l'acqua accumularsi sul parabrezza fino a non vedere più nulla, poi godendo gongolante per la liberazione violenta ed improvvisa del tergicristallo che spazza via i ruscelli e mi ridona il mondo.


Lo sto facendo sul lavoro, consapevolmente. Lo sto facendo anche qui, forse meno consapevolmente. Non ha più senso un blog se lo scrivi pensando a quanti commenti e quante visite.

mercoledì 3 settembre 2008

Tara dei sogni

C'era questa collina, a poca distanza dalla città, che si ergeva solitaria dal galoppo forsennato dei colli e delle vallette vicine, dei sentieri e dei muri a secco che incrociavano quasi ovunque. Una collina essenziale come nel disegno di un bambino, con in cima tre alberi enormi ed identici. Sul cucuzzulo, tra i tre tronchi, un piccolo spiazzo quasi calvo dove la luce non arrivava e la pioggia faticava a scendere, dove il sole non picchiava quasi mai e la neve spolverava solamente.


C'era questo bambino cui regalarono una macchina fotografica che per i suoi 5 anni era anche troppo seria, ma il bambino aveva intenzioni serie, ed i conti tornarono subito quando i genitori e gli zii videro il bambino prendere macchina, obiettivi e cavalletto, disporsi alla distanza meticolosamente ritenuta ideale, e dopo due ore di preparazione scattare un'unica foto alla collina ed ai suoi tre alti guardiani. Ed il bambino fece così per tutto quel mese, che era un luglio di sole confitto in cielo e cicale che friniscono forte. E continuò per agosto e settembre quel bambino, a scattare sempre una sola foto al giorno, ogni giorno. E quando ne accumulava una dozzina nel caricatore, allora le faceva stampare, ed erano tutte belle e così identiche nella posa, così diverse nei colori e nelle luci e nei ricordi suscitati, che i genitori presero ad amarle davvero, quelle foto. Ed il bambino non smise di scattare la sua foto quotidiana nemmeno durante l'inverno bianco e grigio, tra refoli di nebbia che dei guardiani si vedevano solo le basi larghe dei tronchi, né sotto la neve che cadeva morbida e leggera o in mezzo a tempeste che sferzavano il viso e spaccavano la pelle. Nè smise in primavera. Così, ad un anno dal compleanno, gli fu regalato il necessario per allestire una piccola camera oscura, ed il risultato lo si vide già quella sera stessa, anche se nessuno capì dove il bambino avesse imparato ciò che dimostrava di sapere.


E tutto continuò così, accumulando una foto al giorno, 365 foto ogni anno e 366 ogni anno bisestile. Le rare volte in cui il bambino era troppo ammalato, la foto veniva commissionata al nonno, o al padre, ma le occasioni furono davvero rare.


Il bambino crebbe, divenne un ragazzo, e a 17 anni scattò la sua foto quotidiana poco prima di fare l'amore con la sua ragazza, lì nell'ombra dei tre guardiani sorridenti. A 22 anni scattò la foto nel marzo della sua laurea. E a 25 anni scattò la foto all'alba del giorno del suo matrimonio. Il bambino, che sempre per me resterà tale, continuò anno dopo anno, ed il passaparola lo rese conosciuto, noto, quasi famoso, tanto che ogni due o tre anni veniva allestita una mostra che esponeva una sola foto: una sola foto declinata in migliaia di immagini differenti, e anche i più scettici si perdevano per ore ed ore a passeggiare davanti a quella pellicola che snocciolava le stagioni e le lasciava correre nella memoria, nei ricordi, nelle sensazioni che erompevano potenti non si sapeva da dove. Ed alle mostre c'era chi piangeva, chi rideva, chi andava via sorridendo e chi abbracciava persone che non stringeva da tempo.


Il bambino divenne un uomo, ed i suoi figli saltavano intorno al cavalletto ogni giorno mentre l'uomo-bambino scattava la foto. Ma smisero man mano che a loro volta facevano l'amore, e si sposavano, e andavano a vivere e lavorare altrove. Il bambino che era diventato uomo divenne anziano, e la collina era sempre lì, sempre immobile e verde o brulla o bianca di neve, né gli alberi erano cresciuti, o per qualche verso cambiati. L'anziano inziò a incurvarsi nella vecchiaia, e tutti ormai raccontavano che il vecchio fosse un'emanazione della natura, di un mondo dimenticato ed ormai inosservato. Lui continuava a fotografare la sua musa, e così fece il giorno in cui morì la sua amata moglie, o quando uno dei nipotini ormai ragazzo fatto, partito in guerra, cadde vittima di una mitraglia.


Il mito si diffuse e ormai la folla si radunava quotidianamente per assistere al rito.

Fino a che non decisero, in qualche stanza odorosa di inchiostro, grafite e carta lucida, che di lì sarebbe passato un treno che correva velocissimo.

E dalla sera al mattino vennero e recintarono. E il vecchio fotografò la sua musa imprigionata.

Vennero e abbatterono gli alberi. La gente imprecò ed urlò e pianse. Il vecchio fotografò la sua musa senza guardiani.

Vennero e le ruspe mangiarono via la sommità della collina, ed il vecchio fotografò la sua musa decapitata.

Vennerò e fecero esplodere la collina, e le pietre fischiarono, la polvere crebbe in una nuvola enorme che ricoprì tutto, che si distese su chi era venuo ad assistere e protestare, a lanciare pietre contro gli operai, a sputare agli ingegneri disperandosi o imprecando. Quando la polvere si sollevò la collina non c'era più. Il vecchio invece era lì, con la sua macchina, con la morte della musa imprigionata tra sali d'argento e chimiche meravigliosamente semplici, vive ed efficaci, ed ormai così tecnologicamente superate da essere quasi antiche.


E nel silenzio un bambino si staccò dai genitori attoniti ed immobili, corse incontro al vecchio e poi gli chiese "ed ora cosa farai?". Ed il vecchio sorrise ed accarezzò la testa del bambino. "Ora andrò da qualche altra parte, perché sono stanco ed ho voglia di vedere il mondo. Questa tienila tu, se ti va. Ma attento, che la tua musa, a volte, è la tua prigione". Poi batté le mani, spolverò la polvere dalla giacca, calcò il cappello, ed incurvato, lento e placidamente, si incamminò sulla strada. Nessuno lo vide più.

Lo fanno tutti...

William Gibson - Neuromante: il precursore del cyberpunk, e chi non vorrebbe collegarsi a un modulo SimStim e precipitare dentro un'esistenza non sua? Chi non vorrebbe tuffarsi nella matrice? Splendido.

Insieme a: Birra e gin liscio, separati, e sigarette cinesi in pacchetti stropicciati.


Peter Hoeg - Il senso di Smilla per la neve: il film vale un decimo del libro. Gli Inuit hanno 16 parole per dire "neve", e Smilla le conosce tutte. Tra Copenaghen e la Groenlandia, sul profumo di una zuppa di pesce con pepe e panna. Estatico.

Insieme a: un thé profumato alla cannella, con zucchero di canna e pasticcini.


Raymond Queneau - Zazie nel metro: I fiori Blu ed Esercizi di Stile sono i più noti, ma questo per me è il migliore. Zazie che a 5 anni sbaraglia il mondo, manda a culo lo zio, che fa il travestito al Cabaret, e manda a culo tutti quanti, che lei è venuta a Parigi per andare nel metro, ed il metro - diavolo - è chiuso! Meraviglioso.

Insieme a: porto dolce e denso in bicchieri pesanti dal fondo piatto, fumando sigarilli.


Ernest Hemingway - Fiesta: un classico, embè? Una girandola che ti trascina tra vino, illusioni, devastazioni, speranze, il tutto attraverso i colori di Parigi, di Pamplona, dell'Italia. Insuperabile.

Insieme a: pernod, poi vino bianco, il tutto in quantità, fumando sigarette senza filtro.

martedì 2 settembre 2008

Porto di Dio

Guardo mare turchese che sbatte onde sulla spiaggia e contro bassi scogli umidi. Piccole pozze di sale dove piccole gocce d'acqua hanno scavato piccoli buchi taglienti. Siedo scomodo respirando aria altissima come fossi un gabbiano che stride, sciogliendomi languido nell'acqua come un pesce che pinneggia stupido. Il sole mi morde la pelle passeggiando per le lingue di terra che dividono in stagni violacei le saline. Gli edifici bassi svettano d'improvviso in un mulino dalle pale come scheletri di corpi che furono. Ma girano e sono vitali. Lontane colline sfumano nella canicola africana. Il mio pensiero evapora e rimangono i sensi.


Guardo questo bicchiere in cui ruota un vino scuro, lento e corposo di molti anni. Ha visto una sola primavera, ha visto una sola estate, ha respirato il calore temprato e lucente di un solo autunno. Avizzendo ha concentrato i profumi; macerando li ha trasformati. Chiuso in legno antico li ha elaborati ripensandoli migliaia di volte per ciascuno dei 40 anni nei quali ha giaciuto al buio. Ed ora lo riporto alla luce e lui mi riporta gli odori di ciò che era vivo molto prima che io nascessi. Odori forti, duri, di legno e di aromi che si destano per me, solo per me. Il mio pensiero evapora e rimangono i sensi.


Passeggio nell'acqua bassa tra voci straniere che parlano in fretta parole sconosciute. Bagnato, lascio che il sale cristallizzi sulle mie spalle mentre odoro cumino e zafferano, riso giallo e verdure verdi. Magri e scuri passeggiano tutto intorno a me ammantati in strati di cotone ruvido e chiaro, ed io mi sento rapito in questa danza mentre mi allontano dal mare e calpesto la pietra sconnessa di strade invase dalla sabbia del deserto. Il sole cade dietro monti scuri e lontani olte i quali scorre verde il fiume più lungo del pianeta. Io da qui respiro tutto quanto. Il mio pensiero evapora e rimangono i sensi.


Sono approdato nel porto di Dio, e lì mi lascio a vagheggiare di odori, sapori e luci per tre volte, per un tempo infinito. Marsa Allah, il porto di Dio. Marsala come una cittadina siciliana, Marsala come un vino, Marsa Alam come poche case su una costa d'Egitto. Magia dell'etimologia di noi stessi, che siamo sensi, e pensieri che evaporano.

In movimento

Mi piace viaggiare in macchina quando non ho alcun tempo da rispettare. Allora mi godo il panorama che mi arriva addosso in raffiche; mi godo la sigaretta e la musica che riempie l'abitacolo, mi godo la solitudine che un momento mi affonda tra precisissimi ragionamenti e l'attimo successivo mi porta lontano da me stesso perduto tra ricordi e sensazioni, desideri e voglie, lasciando un automa alla guida.


Pochi giorni fa l'autostrada mi sputava dentro il tramonto, e la sera sembrava un cocktail con l'angostura rosso fuoco che disegna striature e volute fiammeggianti. Odore di legna bruciata dal finestrino, luci luccicanti come lo sanno essere soprattutto all'imbrunire, e macchine agricole tutte gialle che fagocitavano schiere di granoturco altissime, croccanti e dorate. Mi è venuta voglia di uva fragola profumata e zuccherina, di castagne calde che crocchiano dentro un panno, di patate americane e vino novello. Io fumavo Golden Virginia e ascoltavo Springsteen, che in quanto a strade ed autostrade ha un universo enorme drappeggiato in musica e parole splendide.


Il ritorno delle prime sensazioni d'autunno mi fa sempre tornare voglia di leggere, e così arrivato nel letto ho aperto Giulietta Squeenz, convinto di crollare dopo poche pagine e trovandomene rapito fino a non poter smettere. Così alle quattro e mezza del mattino cado appena oltre l'ultima parola scritta e stampata. Anche leggere è un viaggio, e a volte capitano queste accelerazioni inaspettate che ti trascinano via come aprendo il gas e lasciando urlare tutti i cavalli disponibili. Anche quando ci diciamo immobili, non facciamo altro che viaggiare. Ma ci vuole un po' di allenamento a percepire la sensazione di movimento e cambiamento tipica di qualsiasi viaggio. Vabbè...


020908 - Start020908 - Middle020908 - End

(Pomeriggio » Tramonto » Notte « Alba « Mattino)