Una stradina apre la foresta dal villaggio all'oceano turchese. Una donna di cacao, occhi caffé scuro, cammina con le mani abbandonate sui fianchi. Bambini le sciamano intorno, si inseguono, scappano via ridendo. Sulla spiaggia bianca ci sono poche persone ed una baracca di legno che vende rhum e limonata; all'ombra della veranda un uomo suona la chitarra, sprofondato in una vecchia poltrona di vimini. La donna si ferma e scruta le onde, ad occhi chiusi trae un respiro profondo e salmastro e una folata di brezza le porta la musica; quasi cede, ma poi si scuote e si incammina.
L'uomo la vede arrivare, smette di cantare e le sorride, continuando ad arpeggiare delicatamente.
- Me ne vado - dice lei. Si volta verso l'oceano e lo ripete ancora: me ne vado.
L'uomo cava una sigaretta da un pacchetto stropicciato, accende, e aspira il fumo; poi incastra la sigaretta nel manico della chitarra e riprende l'arpeggio, cantando sommessamente una melodia senza parole.
- Non hai nulla da dire - soffia via lei esausta, dentro il vento caldo dell'oceano.
Lui sbuffa - Non alla tua schiena - dice, con un sorriso semplice che gli strizza un poco gli occhi..
Lei si gira e lo guarda, gli occhi fuggono e si fermano sulle mani che pizzicano le corde.
- Sei un maledetto - dice, - un maledetto - ripete, e la voce le si spezza.
- Lo sapevi... -
Lei scuote il capo, i capelli si sciolgono e fendono l'aria col profumo morbido di spezie lontane; frammenti di lacrime brillano come spuma di onde.
- Perchè - grida lei, - perchè? -
Lui prende la sigaretta, aspira e soffia, la rimette al suo posto e riprende l'arpeggio. Scuote il capo e chiude gli occhi.
- Mi amavi? - chiede lei aggrappandosi ai suoi occhi chiusi.
- Dimmi questo almeno, mi hai mai amata? -
La musica si ferma: - Ti amo. Forse ti amerò sempre -
Lei si porta le mani alla gola, al viso. - Ma allora perchè? -
La musica riprende, lei guarda lui e lui guarda l'oceano, con quegli occhi così azzurri che lei gli ha sempre detto che è stato il mare a farli così, per quanto a lungo lui l'ha guardato.
- Ricordi i coralli? -
Colta alla sprovvista il suo sguardo si fa distante, poi torna a fuoco e fa cenno di sì.
- Erano bellissimi, vero? - sorride lui.
Per un attimo un sorriso lontanissimo ma potente le illumina gli occhi, e lei è bellissima.
- Erano un dono di Dio per quanto erano belli -
- E ricordi cosa mi dicesti dopo? -
Il suo corpo ha un tremito, gli occhi caffé si fanno ancora più liquidi.
- Che eri uno stupido -
- Perchè? -
- Stupido stupido stupido -
- Perchè? -
- Dio, no! -
Lui sorride ancora e con gli occhi le accarezza il viso - lo sapevo io, e lo sapevi tu -
Lei cade sulle ginocchia, gli appoggia il capo in grembo e si lascia accarezzare i capelli, la chitarra poggiata affianco della sedia; piange in silenzio, lui in silenzio guarda l'oceano.
Pochi minuti dopo si alza; non piange né lo guarda più, solo si incammina e si allontana dalla baracca, dal rhum dolce e dall'aroma verde del lime, dalla pungenza salmastra del legno e dal riverbero chiaro di quella spiaggia incantevole. Si allontana dall'oceano turchese che negli anni era colato profondo dentro gli occhi dell'uomo che ora abbandona, quell'uomo che lei ama e che, è sicura, ama lei. Quell'uomo silenzioso che anni prima incontrò proprio lì, a suonare e vendere rhum e limonata. Un uomo che, quando la mareggiata aveva portato in secca meravigliosi coralli, si era accontentato di guardarli e sorridere felice, mentre tutti correvano a riempire sacchi e borse dei preziosi frammenti. Lei gli aveva chiesto perché non li raccogliesse anche lui, ma lui aveva solamente scosso la testa. Il giorno dopo un’altra mareggiata si era riportata via quanto era rimasto e lei, furibonda, gli aveva detto che era stato uno stupido e che ormai era troppo tardi. Ancora sorridendo, lui aveva continuato ad arpeggiare e fumare:
- I coralli, sai, erano bellissimi. Ma a portarli via, legarli a fili d'oro o appenderli a un muro, sarebbero diventati più belli? Io non credo. Finché sono stati qui, loro si sono lasciati ammirare ed io li ho ammirati e ne ho goduto. Tutto il resto ... sarebbe stata violenza.
Allontanandosi dalla spiaggia lei continua a sentire la chitarra, e la voce sommessa che canta come sempre aveva fatto. Sa che non vi è amore più grande di quello che l’ha appena lasciata libera di costruire una vita, la propria, che qui con lui non avrebbe potuto seguire. E la musica l'abbraccia stretta, mentre un saluto come una dolce carezza le dice Buona Fortuna.