C'era un vecchissimo foglio a quadretti col bordo superiore smangiato, strappato da un quaderno di mille anni fa (o solo 60). Il foglio era morbido come carta velina, l'usura del tempo l'aveva ingentilito come cotone, impreziosito di macchie colorate, adornato di arabeschi blu di inchiostro sbavato. Un giorno di novembre di quelli bigi e grigi sul tavolo della cucina nonna Dina impilava delizie e magie:
- mezzo chilo di mostarda bolognese in una terrina;
- mezzo chilo di miele grezzo abbaloccato su di un piatto;
- un sacchetto di carta gialla pieno di cacao;
- un sacchetto di carta bianca che sbuffava bianco di farina, e tante altre cose che brillavano come perle.
Poi iniziava la lavorazione mentre odori caldi e ruvidi, natalizi e morbidi, croccanti e lucidi si spandevano nel vecchio ambiente. E mentre Piero osservava rapito ogni tanto rapiva una mandorla, nascondeva un pezzetto di cedro nella mano, raccoglieva con la punta del dito una scaglia di cioccolato fuggiasca.
C'era un vecchio foglio a righe scritto con inchiostro nero e corretto a matita blu, pieno di punti e di paragrafi, con frecce e sottolineature. Piero lo teneva nel portafoglio entrando con Andrea nella drogheria Calzolari; poi lo estraeva e lo poggiava sul bancone mentre il droghiere, il signor Carlo, ascoltava e conversava; insieme decidevano le correzioni alle dosi, si scontravano partiti avversi, chi teneva per il cedro solo fuori chi propendeva per sminuzzarlo anche dentro; chi diceva mezzo chilo chi rideva e sbraitava "figuriamoci, bastan quattr'etti e mezzo!". Andrea s'aggrappava con le manine al bancone, perduto tra file lucide di scaffali tutte piene di ghirlande di dolci, scrigni di ciliegine candite, trincee di cioccolato in blocchi. Tornando a casa Piero portava un sacco grande e rigonfio, Andrea il sacchettino più importante, quello con le spezie sminuzzate e l'ammoniaca per la lievitazione. E sulla porta di casa di nonna Dina chiedeva "Babbo, ma li facciamo oggi, vero?" e Piero sorrideva e diceva "certo, è ora di pensare al Natale".
C'è un foglio Excel che allinea in righe un gran bel numero di ingredienti, e ci son due fogli di bloc notes griffati TT Tecnosistemi pieni di una scrittura minuta intercalata da qualche freccia e alcune sottolineature, un paio di disegnini e l'appunto vagante di un indirizzo IP. Per le strade di Bologna Andrea passeggia con un sorriso in faccia che la gente non riesce a non ricambiare. Andrea entra da Calzolari e dice per prima cosa "sa, venivo qua con mio papà tanti anni fa" ed il vecchio Signor Carlo risponde " lo credo lo credo, si figuri che noi siam qui da 55 anni festeggiati 3 giorni fa".
C'è un sacchetto qui sulla mia scrivania che sembra un sacchetto come tanti altri. Ma nell'ufficio, oggi, si diffonde odore di cannella e anice stellata, di coriandolo e noce moscata, perché le spezie devono stare a bagno nel vino almeno qualche ora. C'è un sacchetto qui sulla mia scrivania che sembra un sacchetto come tanti altri, ma dentro ha perle rosse e diademi arancioni, lapislazzuli in zucchero e corone di canditi.
Guardo fuori della finestra e vedo un cielo bigio e grigio.
Ho chiamato papà con una scusa di dosi e pesi, ma in realtà volevo solo dirgli che oggi è il giorno dei certosini. Salutandoci mi ha detto che per qualsiasi cosa lo posso chiamare in qualsiasi momento, perché la preparazione è lunga e laboriosa. Gli occhi mi giocano scherzetti umidi e tutto si sdoppia per qualche istante. Avrò di sicuro bisogno di chiamarlo. Anche se non dovessi averne bisogno.