sabato 19 marzo 2011

Incantesimi quotidiani


C'è magia in molte piccole cose, anche del quotidiano. Magia, o qualcosa di bello e impalpabilmente gioioso che le assomiglia.



La magia del cioccolato fondente che si scioglie a bagnomaria con la panna e diviene una crema lucida e profumata di altopiani lontani. La magia di polveri e materie prime che, miscelate, lievitano in forno e divengono bigné dorati. La magia di un piatto che vira ad un succulento spezzatino invernale, e viene deviata verso profumi primaverili con un tocco di limone nel fondo di cottura. La magia di montare la panna e proseguire, continuare, insistere fino a che le fruste non inizino a fare uno strano rumore di sciaguattìo; continuare ancora e scoprire che la panna si è addensata in burro, ed il siero si è separato. La magia di cucinare e dare vita a piatti e ricette, odori e sapori, bevendo un bicchiere di Franciacorta in cui trillano migliaia di perle, e sedendosi a tavola soddisfatti brindando con "evviva".



C'è magia in molte piccole cose, come aggirarsi per il mercato all'ombra del bel palazzo della Ragione, scegliere i carciofi più gonfi e sodi, l'erba cipollina e le erbette di stagione. O passare in rassegna i banchi sotto i portici e riconoscere i tagli della carne e la provenienza dei formaggi, la qualità di una bella mortadella odorosa di campagna e di emilia, e scorgere l'austerità preziosa di un Romané-Conti in esposizione.



C'è magia in molte piccole cose. Ed è una magia anche solo saperle cogliere, queste piccole magie, e dar loro vita e colore con piccoli incantesimi di un giorno qualunque.


mercoledì 16 marzo 2011

Mia cara


Mia cara,

il giorno oggi non si è levato se non di sbieco, forse acciaccato da qualche stagione di troppo. E così giace a mezzo busto, appena sopra i colli, sfumato da quinte di pioggia che si levano in fumi e vapori. Da qui dove io sono, come compagna una sigaretta che brucia lenta ed una tazza di thé, mi perdo nel contrasto tra dentro e fuori, tra luci ambra e lucori lattiginosi, tra calma placida e tempesta stolida.

E penso a mille cose che mi danno gioia e a mille altre che mi danno ansia. Penso alla stupidità dell'uomo che dimentica di imparare da se stesso, e alla stupidità di questo uomo che sono io, che talvolta dimentica di setacciare le ore ricavandone le pepite dei sogni che cova e di quelli che con te vive.

A presto mia cara, è mattina.

martedì 15 marzo 2011

Mi fate schifo


Mi fate schifo, surfisti sciancati del web. Voi che a fronte di qualsiasi evento scegliete la strategia dell'informarvi presso la controinformazione, seguendo percorsi celati ed esotici per giungere alle fonti più libere, ignorando che la libertà di dire e scrivere il cazzo che ci pare, nel web, è la base stessa della mancanza di qualsiasi radice oggettiva in ciò che vomitiamo per amor proprio. Per amor proprio e per avere un seguito di foche plaudenti.



Nel vostro insegurie l'usta della celata verità nascosta, come cazzo fate a non vedere che avete come compagni di gimkana altri surfisti vostri pari che correndo paralleli a voi finiranno per trovare tesi identiche ed antitetiche alle vostre?



Scambiate il senso critico con la cieca fede in minuscoli divi.


lunedì 14 marzo 2011

Colpito


500mila senzatetto, 100mila dei quali sono bambini, ospitati in palestre e scuole a condividere acqua, poca, e cibo, poco. Giovani e anziani che si aggirano tra necropoli sfasciate camminando su stratrificazioni di cadaveri, sul proprio passato tritato, su ruderi che paiono inadatti a far germogliare anche la più piccola visione di rinascita. Migliaia di vittime e superstiti che si aggirano con le foto dei cari dispersi, magari ritratti sorridenti in un giorno qualsiasi prima dell'11 marzo.



Tutto questo mi colpisce, anche per il grottesco contrasto con ciò che del Giappone è giunto fino a noi negli ultimi decenni, tra tecnologia, manie, luci e samurai impermeabili allo scorrere della storia.



Ma mi colpisce ancora di più vedere il sorriso di un giovane prima, di una madre poi, ospitati presso un centro di accoglienza. Sorriso. Il sorriso che viene dalla consapevolezza di essere vivi e di avere ancora se stessi (e assolutamente nient'altro). E mi colpisce la compostezza di chi osserva lo sfascio che prima era la propria vita, e dice "non ho più nulla" eppure già lavora per ricostruire il proprio futuro.



Nessun giudizio, nessuna elucubrazione, nessuna sega mentale. Ancor meno qualche teorema sul nucleare, sulla mentalità asiatica, sulle speculazioni future e altre amenità simili tipiche di chi ha un sacco di fiato da sprecare su cose che non lo tangono se non attraverso TV e web e media.